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Morte dai mille tagli

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A cura di @NedCuttle21(Ulm).

Il Tascabile pubblica un’intervista a Anthony Cartwright, scrittore britannico del cui ultimo romanzo, Il taglio, abbiamo già parlato qui.

Nel tuo libro racconti l’amore tra due personaggi che appartengono a mondi distanti. Ricordo che si parlava di “taglio”, di frattura sociale, anche dopo la rivolta urbana dell’estate 2010, che vide riot e saccheggi imperversare per giorni a Londra e nelle principali città britanniche. In quel caso “il taglio” separava il resto del paese da un sottoproletariato urbano, figlio rinnegato del passato coloniale. Pensi che ci sia più di un taglio nella società inglese?

Mi viene in mente la “morte da mille tagli”, la famigerata tortura cinese… Credo che i tagli nella società inglese siano molti e vari. Questa è una delle ragioni per cui, nonostante gli sforzi, il dibattito su Brexit è un vicolo cieco, perché è evidente che non siamo riusciti a riconciliare alcun aspetto della discussione finora, perché siamo intrappolati in quella che è ora una crisi costituzionale conclamata. Al cuore del mio romanzo ci sono i tagli economici e sociali, l’agonia della deindustrializzazione, l’agonia della struttura di classe inglese. Non abbiamo mai fatto i conti con queste cose nel corso degli anni e rimangono ferite aperte. Ovviamente oggi ci troviamo ad avere una quantità di fattori che ci dividono: il divario generazionale, le diverse concezioni religiose e morali, il crescente differenziale di ricchezza, i diversi paesi che compongono il Regno Unito, una discrepanza tra le città, le cittadine e la campagna, così come tra Londra e tutto il resto del paese. Queste crisi, strettamente connesse, sono tutte ugualmente urgenti.

Immagine da pxhere.


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