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Nel cantiere Tap, dove si va al lavoro sotto scorta armata

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Su suggerimento di @Yoghi.

Un articolo del Sole 24 Ore racconta le condizioni di lavoro nel cantiere del gasdotto TAP e le relazioni tra personale e chi si oppone alla realizzazione del progetto.

Lunedì Alessandro Coricciati ha trovato davanti all’azienda di Martano un telone bianco su cui era scritto con vernice rossa: «Coricciati collabora con Tap, no Tap né qui né altrove». Coricciati vende la sabbia alla De Pascalis, e la De Pascalis fornisce il calcestruzzo alla Saipem, e la Saipem lavora nel cantiere del gasdotto Tap in costruzione a Melendugno, 10 miliardi di metri cubi di metano l’anno da far arrivare dall’Azerbaigian all’Europa passando per Turchia, Grecia, Albania e Adriatico.

Mentre Alessandro Coricciati staccava dal muro in silenzio amarissimo il telone che lo denunciava collaborazionista, nelle stesse ore il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, commentava il corso di alta formazione nel turismo pagato ai ragazzi pugliesi dalla società Tap: «Mi auguro che nessun giovane salentino aderisca a questa offerta tradendo la sua terra». Proprio così, tradendo la sua terra. E poi: «Che nessun operatore turistico intenda assumere coloro che parteciperanno a queste iniziative di formazione».

 

Immagine da Wikimedia Commons.


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