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(Non è) tutta colpa della Thatcher: parola di Jonathan Coe

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A cura di NedCuttle21(Ulm)

In un’intervista rilasciata a L’espresso, lo scrittore Jonathan Coe parla della sua opera letteraria, dei suoi personaggi, della politica britannica dal dopoguerra a oggi e ovviamente della Brexit – evento intorno al quale ruotano le vicende dei personaggi del suo ultimo lavoro, Middle England.

Jonathan Coe, lei sembra individuare l’origine di tutti i mali in Margaret Thatcher se nel suo ultimo lavoro fa dire a un personaggio: «Tutto è cambiato in Gran Bretagna nel maggio del 1979. Ci siamo ancora dentro a quarant’anni di distanza. Noi eravamo figli degli anni Settanta. Eravamo bambini allora ma siamo cresciuti in quel mondo. Stato sociale, sanità pubblica, tutto quello che era stato istituito dopo la guerra e che, a partire dal 1979, ha cominciato a sfasciarsi. E continua a sfasciarsi tuttora. È questa la vera storia. Non so se la Brexit sia un sintomo, o sia un modo per distrarci. Ma il processo è quasi compiuto. Sarà tutto finito tra poco».

«In realtà non sono io a dirlo ma Charlie uno dei personaggi del romanzo, un’importante distinzione che viene spesso dimenticata. Nessuno dei personaggi dei miei libri parla per me. Anche se alcuni di loro (Benjamin, ad esempio) hanno con me una forte somiglianza sotto diversi aspetti. Quando Charlie fa questa affermazione, sta esprimendo il pensiero di molti britannici che ricordano il consenso postbellico durato 34 anni, dal 1945 al 1979. Era basato su un forte Stato sociale, diritti dei lavoratori e tassazione redistributiva. C’erano molti problemi anche allora, ma penso che abbia creato una società più giusta e meno invidiosa dell’attuale. Non so se potremo mai tornare a quell’epoca».

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