A cura di @Ander Elessedil.
Salvo Di Grazia, sul suo blog MedBunker, prende spunto da un curioso fatto accadutogli su Twitter per dire la sua sulla situazione della cultura, della divulgazione e del rapporto fra medici (o esperti in genere) e pubblico.
Dall’altra parte del monitor non vediamo camici, cartellini, timbri o documenti che ci diano un riferimento, siamo tutti uguali e, se proprio non capisco una parola, la cerco su Wikipedia. Anche dall’altra parte io percepirò le persone per quello che non sono, non le conosco, non so se chi mi sta dando del “corrotto pagato dalle case farmaceutiche” sia una persona perbene, un povero diavolo o un disturbato, il monitor ci filtra e ci trasforma in “sagome” identiche e per questo parlerò con tutti allo stesso modo.
Immagine da pixabay.
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