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Sognando la supremazia nell’AI, non le pecore elettriche

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Nelle ultime due newsletter abbiamo parlato della corsa all’AI da varie angolazioni (qui e qui), e ci siamo lasciati con le parole di Yann LeCun, uno dei padri fondatori della rivoluzione del deep learning, nonché Chief AI Scientist di Meta, che sembravano voler ridimensionare la novità di ChatGPT, il chatbot di OpenAI di cui tutti parlano da mesi, sottolineando come quella tecnologia non sia né unica né nuova e come esistano altri attori in gioco (che poi l’uscita di LeCun possa essere motivata anche da un certo fastidio per il successo mediatico del laboratorio rivale ci può stare ma interessa relativamente).
Ad ogni modo ora l’Economist è uscito con un approfondimento proprio su questo, ovvero su tutti quei laboratori – che siano parte di Big Tech, affiliati con grandi aziende o gestiti come startup indipendenti – che stanno ingaggiando “un’epica corsa per la supremazia nell’intelligenza artificiale”.

In gioco non ci sono solo le grandi aziende. “Startup come Anthropic e Character AI hanno sviluppato concorrenti di ChatGPT. Stability AI, una startup che riunisce un consorzio open-source di altre piccole imprese, università e organizzazioni non profit per mettere in comune le risorse di calcolo, ha creato un modello popolare che converte il testo in immagini”, scrive l’Economist riferendosi ai creatori di Stable Diffusion, il noto generatore open source di immagini da testi lanciato nel 2022, ora alla versione 2.1. Senza contare poi quel che avviene in Cina, dove le strutture sostenute dal governo, come l’Accademia di Intelligenza Artificiale di Pechino (Beijing Academy of Artificial Intelligence o BAAI), sono fondamentali e dove primeggia la ricerca sulla computer vision, quel campo specializzato nel riconoscimento e analisi di immagini, oggetti, volti e via dicendo.

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