A cura di @Flavio Pas
Il 27 novembre in Svizzera si voterà l’iniziativa popolare “per un abbandono pianificato dell’energia nucleare”. Le richieste degli iniziativisti, così come le argomentazioni di Governo e Parlamento -contrari all’iniziativa- e una sintesi della situazione energetica nazionale sono esposte in modo chiaro sul sito della confederazione.
In questi giorni quindi sui giornali svizzeri – cartacei e online – sono usciti diversi approfondimenti, ne segnaliamo qualcuno apparso su Swissinfo:
– Un primo articolo introduttivo sulla votazione.
– I sondaggi, di solito relativamente affidabili, indicano un testa a testa con in leggero vantaggio i sostenitori del si, anche se il trend è in calo (in consuetudine i trend di tutte le iniziative popolari) e quindi il vantaggio potrebbe non bastare.
– In quest’altro articolo si riprende l’annosa questione dell’anzianità delle centrali elvetiche, tra le più vecchie al mondo ancora in attività, e si indagano altri fattori di rischio.
– I giornalisti di Swissinfo si sono chiesti cosa succederebbe se dovessimo accettare questa iniziativa, cosa comporterebbe smantellare una centrale nucleare? Esempio concreto ne è la centrale di Mühleberg che verrà smantellata, prima in Svizzera, entro la fine del 2019. Ma non solo, i gestori delle centrali nucleari hanno annunciato cause per indennizzi miliardari, come e perché (o è solo un bluff)?
– Mentre in Svizzera si parla di chiudere si guarda fuori, una breve analisi sullo status del nucleare nel resto del mondo, dalla quale appare che la Svizzera si muova controcorrente.
– La storia dell’energia nucleare in Svizzera inizia nel 1962, questo ultimo mezzo secolo (e oltre) viene raccontato tramite una serie di immagini con breve didascalia.
– Sempre Swissinfo raccoglie il parere di due esperti dell’energia nucleare, uno favorevole e uno contrario all’iniziativa.
– Infine un articolo che si discosta dalla votazione e si spinge nella ricerca, e se i batteri ci aiutassero nello smaltimento delle scorie radioattive?
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