Un lungo articolo di Repubblica tratta della sperimentazione a Genova per rendere gratuito il trasporto pubblico. Iniziata a dicembre del 2021 con fasce orarie gratuite, a fine febbraio si verificheranno i primi risultati.
In alcune città europee e in giro per il mondo gli esperimenti sono già in corso e i risultati sono ritenuti incoraggianti con benefici per l’ambiente, il traffico, la qualità urbana, la stessa efficienza del trasporto pubblico.
a Tallinn in Estonia, in Lussemburgo e di recente anche a Genova […] hanno avuto l’idea di rendere il trasporto pubblico gratuito, almeno in parte, per spingere quanti più cittadini possibile a rinunciare alla vettura privata. Perché se è vero che il trasporto è la fonte di inquinamento principale in Italia – secondo l’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) precede la produzione di energia, i consumi residenziali e l’industria – per migliorare la situazione bisognerebbe in primo luogo garantire di poter andare dove si vuole e quando si vuole senza necessariamente usare una vettura privata.
“Il trasporto pubblico viene da una lunga stagione di declino, lo si sceglie se si è costretti più che per scelta”, racconta Enrico Musso, professore di economia dei trasporti all’Università di Genova e consulente della giunta comunale. “Ora le cose stanno cambiando anche in virtù di una sensibilità ambientale molto più forte rispetto al passato. Inoltre è evidente che l’elettrificazione dei veicoli, una strada ancora piena di ostacoli, da sola non basta. Se si resta all’uso attuale dell’auto privata, poco importa se elettrica, non risolviamo il problema del traffico. Bisogna quindi cambiare attitudine, modo di pensare”.
Il tema dei costi è ovviamente dibattuto, ma per quanto riguarda l’Italia si deve partire dal dato che i 2/3 dei costi del servizio sono a carico della fiscalità generale.
I benefici di un trasporto pubblico gratuito, tutti ancora da quantificare caso per caso, secondo alcuni studi compiuti fra gli altri anche dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) sarebbero di uno a tre. In pratica per ogni euro speso se ne guadagnerebbero tre grazie al risparmio dei privati, che non dovrebbero più usare così tanto il proprio mezzo, alla minore congestione delle strade e ai tempi di percorrenza ridotti. Ci sarebbero inoltre un impatto ambientale e sulla salute più basso, meno incidenti sulle strade, valorizzazione della città e conseguente crescita del prezzo degli immobili. Sono questi alcuni dei motivi che hanno spinto a febbraio il piccolo Stato di Lussemburgo a passare al sistema “tariffa zero”. Il primo Stato in assoluto ad adottare una simile politica. Da ottobre 2022 anche Malta farà la stessa cosa.
“Meglio chiarire subito una cosa: il prezzo del biglietto copre un terzo del costo del trasporto pubblico in Italia, il resto è già pagato dallo Stato e quindi dai contribuenti”, ci spiega al telefono Marco Beltrami, presidente dell’Azienda Mobilità e Trasporti (Amt), compagnia pubblica fondata nel capoluogo ligure nel 1895. “Ora però a Genova è nata la volontà da parte dell’amministrazione di rendere la città più attrattiva e a misura d’uomo, offrendo un servizio diverso capace di aiutare non solo a ridurre il traffico ma anche a stimolare gli spostamenti in fasce orarie diverse rispetto a quelle di punta”.
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