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Un romanzo che aiuta a capire la ferocia del carcere

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A cura di @NedCuttle21(Ulm).

In un’intervista realizzata presso la Casa delle letterature di Roma e pubblicata su Internazionale, la scrittrice statunitense Rachel Kushner parla del suo ultimo romanzo, Mars Room.

“È uno spettacolo che va in scena ogni giorno”, dice. “Le leggi americane permettono a tutti di assistervi, chi le ha scritte vuole che questa parte sia di dominio pubblico. Tuttavia, dopo che il verdetto è pronunciato, accade qualcosa di segno opposto. Le persone condannate sono risucchiate in un sistema che le fa svanire, rendendole invisibili”. Quel sistema è il carcere, dove oggi nel mondo sono rinchiuse più di dieci milioni di persone, un quinto delle quali proprio negli Stati Uniti. “Volevo capire cosa succede a tutte queste persone una volta che sono state fatte sparire”.

Il risultato è il romanzo Mars room, che segue le vicende di Romy Hall, un’ex spogliarellista condannata all’ergastolo per aver ucciso un uomo; di Doc, un poliziotto assassino; di Gordon Hauser, un ricercatore che è finito a insegnare nel carcere femminile di Stanville, in California; e di una serie di altre donne e uomini che hanno una cosa in comune, secondo Kushner, e cioè l’essere “degli esclusi, parte di quella moltitudine di esclusi dal capitalismo di cui parla anche Marx”.

Immagine da pixabay.


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