A cura di @Flavio Pas.
Nei giorni scorsi, in visita a Roma il consigliere federale Johann Schneider-Ammann (capo del dipartimento di economia, formazione e ricerca, DEFR) ha incontrato Calenda, ministro dello sviluppo economico.
Per questa occasione Tvsvizzera.it ha intervistato Giorgio Berner, presidente della Camera di commercio Svizzera in Italia, che si dilunga quando può in analisi dei rapporti tra i due paesi.
Nell’intervista, da cui riportiamo questo stralcio, emerge un calo degli investimenti reciproci, se da un lato (italiano) questo poteva esser intuibile (a causa del cambio) dall’altro lato appare controintuivo (sempre a causa del cambio):
Ci sono però altri aspetti [oltre alla notevole capacità di consumo e l’alta professionalità del personale, ndr] che rendono l’Italia meno interessante per un grande gruppo svizzero che vuole operare nella Penisola. Ad esempio i problemi della fiscalità come quelli legati alle infrastrutture. La non coerenza legislativa gioca anche un ruolo nelle scelte. Se poi si aggiungono altri problemi che rallentano gli investimenti, vedi i problemi sindacali, la difficoltà ad ottenere le autorizzazioni, la burocrazia imperante, si capisce che l’Italia è meno attrattiva di altri paesi a livello di investimenti. In breve, quando un grande gruppo deve fare una scelta a breve termine, l’Italia non è tra i primi paesi dove si vuole investire. Questo può cambiare ma per ora è così.
Immagine da Wikimedia Commons.
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