A cura di @Nedcuttle21(Ulm).
Il Corriere della sera pubblica un’intervista a cura di Aldo Cazzullo all’ex ministro greco delle Finanze Yanis Varoufakis.
Varoufakis, dove eravamo rimasti?
«Sono sempre stato qui».
Perché si dimise dopo la vittoria del No al referendum greco?
«Perché proprio quella notte, quando gli parlai, Tsipras disse che era pronto a rovesciare il sontuoso 62% di No in un Sì. Rimanere ministro delle Finanze avrebbe significato approvare un paradosso: un governo che rovescia il popolo, e non viceversa».Sta dicendo che Tsipras già aveva deciso di accettare un piano ancora più duro di quello respinto dai greci?
«Certo. La trojka non voleva politiche per la Grecia e per l’Europa. Voleva spezzare la primavera greca e umiliare Tsipras per dare un segnale agli irlandesi, ai portoghesi, agli spagnoli, agli italiani, financo ai francesi: ecco cosa vi succede se non obbedite a Berlino e a Francoforte».
Come sono ora i suoi rapporti con Tsipras?
«Inesistenti. Non abbiamo nulla da dirci. Per continuare a fare quel che fa, ha bisogno di raccontarsi una storia. E lui sa che io so che lui sa che è falsa».
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