Su suggerimento di @Yoghi.
Michele Masneri traccia, in un post su Rivista Studio, una breve storia dei treni ad alta velocità, visti dalla prospettiva della società italiana degli ultimi quarant’anni:
Tu cominci sempre qualcosa/e mi lasci sospesa e non parli di te», sono naturalmente le parole di Gianna Nannini, “Ragazzo dell’Europa”, ma sarebbe un bellissimo flusso di coscienza o inno dell’Alta velocità, almeno in Italia.
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