Su Valigia Blu Chiara Adinolfi illustra in quali paesi e con quali risultati viene utilizzata la “didattica senza voti” nella quale ai classici voti numerici si sostituiscono valutazioni discorsive.
L’articolo di Adinolfi trae spunto dalla sperimentazione avviata a Torino da una docente del Liceo Copernico – Luxembourg di Torino e dalle critiche che ne sono seguite.
La didattica senza voti è adottata in paesi come la Finlandia e la Svezia e sperimentata in alcune scuole ed università degli Stati Uniti.
Anche in Italia da alcuni anni sono state avviate sperimentazioni in singole sezioni di Istituti di Roma, Palermo e Firenze
“Gli studi e le sperimentazioni nel mondo dicono che senza voto l’apprendimento migliora”
E se da una parte l’attuale maggioranza di governo
“sta focalizzando la sua azione sul voto come strumento disciplinare, nell’ambito della riforma della condotta” ed “il partito della Presidente Meloni, Fratelli d’Italia, vorrebbe tornare al voto numerico anche nella scuola primaria”
dall’altra pedagogisti come Cristiano Corsini (docente di pedagogia sperimentale all’Università di Roma Tre) ed insegnanti sottolineano i benefici di valutazioni di tipo descrittivo:
“il vero elemento a favore della valutazione descrittiva, è il miglioramento dell’apprendimento. “C’è meno stress e più benessere scolastico, e tutto questo ti consente di essere più sereno nell’apprendere. Non c’è il terrore dell’errore, anzi- spiega Corsini- non si ha più paura di sbagliare, perché non c’è un punteggio da raggiungere, ma attività da migliorare. E così gli studenti si spingono a ipotizzare soluzioni rischiose, che è il miglior modo per apprendere. Se vogliamo sviluppare personalità che avranno un ruolo in un contesto democratico, non possiamo usare strumenti autocratici”
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