Su suggerimento e a cura di @Ander Elessedil.
Florian Stoeckel, ricercatore di scienze politiche all’università di Exeter, ha pubblicato una ricerca che cerca di rispondere alla seguente domanda: le interazioni sociali che si creano fra vari cittadini europei durante il programma Erasmus possono contribuire a creare un’identità europea?
Come Stoeckel afferma nel suo studio, i cittadini europei si possono dividere grosso modo in due gruppi di pari peso, uno che possiede un’identità nazionale del proprio paese di nascita e l’altro che, all’identità nazionale, aggiunge quella di essere cittadino europeo. Chi possiede solo una forte identità nazionale è più portato a percepire le politiche di integrazione europea come contrarie ai propri valori.
Una delle realtà che sono state studiate maggiormente da sociologi e psicologi in questo ambito è quella delle interazioni sociali. Dapprima studiata a riguardo dei componenti di una nazione, i cui incontri e legami possono forgiare un comune sentire nazionale, al giorno d’oggi la visione è stata allargata al contributo fornito dalle interazioni sociali alla creazione di un’identità europea. All’interno di questa visione è lapalissiana la prevalenza del programma Erasmus, che permette a centinaia di migliaia di studenti universitari europei di condividere studi, alloggi e feste con coetanei da ogni parte dell’unione, senza alcuna distinzione gerarchica (sono tutti studenti) e senza alcuna barriera nazionale (si è parte dello stesso gruppo).
Stoeckel ha testato questa ipotesi nel suo studio. Ha studiato 1500 ragazzi tedeschi, 1200 partecipanti al programma Erasmus e 300 come gruppo di controllo, con la somministrazione di un questionario alla partenza, all’arrivo e a sei mesi. Obiettivo vedere se il programma Erasmus fa emergere una identità europea (o la rafforza) oppure se chi partecipa al programma lo fa perché già si sente europeo.
Lo studio ha delineato, secondo Stoeckel, tre risultati:
- Primo: le interazioni sociali durante il programma Erasmus contribuiscono effettivamente alla creazione di un’identità europea.
- Secondo: ciò che è importante sono le interazioni sociali con gli altri studenti Erasmus, non il fatto di essere in un altro paese. Gli studenti tendono a vivere in “bolle Erasmus” e a non interagire con i locali.
- Terzo: le esperienze paiono avere effetti duraturi nel tempo (a sei mesi).
Il resto della discussione di Stoeckel nel link e nel paper.
Immagine in Pubblico dominio da pixabay
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