Su suggerimento e a cura di @uqbal.
Il mondo del lavoro futuro richiede socialità, creatività, elasticità, o almeno queste sono le parole d’ordine. Sono tutti talenti che nei bambini vengono sviluppati attraverso il gioco e il divertimento. Sul Guardian Robyn Ewing e John Nicholas Saunders, due educatori, si chiedono allora perché la scuola non riesca di fatto ad essere divertente ed appassionante.
“As the pressure on teachers and students to achieve quantifiable results continues to rise, we have to ask – are we taking all the fun out of learning? And, if so, are there valid reasons to bring creativity and play back into our results-driven classrooms?”
L’articolo pecca forse di facile retorica, ma la domanda se l’era posta anche un importante psicologo cognitivo, Daniel Willingham, che sulla domanda “Why do students not like school?” ci ha costruito un libro e che ci ricorda che ogni apprendimento, per essere efficace e duraturo deve essere “effortful”, ovvero impegnativo.
Immagine CC-BY-NC di Owen Thomas da flickr
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