A cura di @Kastellorizo
Esplosioni in classifica, supernove di conferenze, la scienza in questi anni sembra aver capito come appassionare il grande pubblico alle sue scoperte. Eppure, forse anche per il ritardo con cui in Italia questo dibattito si è aperto, numerose questioni rimangono aperte.
Come passare da un lavoro scientifico ad un lavoro di divulgazione? Come interessare senza semplificare? L’Accademia pone resistenza alla diffusione dei suoi saperi esoterici?
Matteo de Giuli su Il Tascabile pone queste e altre domande ad alcuni dei protagonisti della diffusione del sapere scientifico alle masse.
“Guido Tonelli, che al CERN di Ginevra ha partecipato alla scoperta del Bosone di Higgs, e che ha raccontato i turbamenti e le emozioni della sua generazione di scienziati in La nascita imperfetta delle cose (Rizzoli, 2016), Amedeo Balbi, astrofisico, ricercatore all’università di Roma Tor Vergata e scrittore di scienza (il suo ultimo libro è Dove sono tutti quanti?, Rizzoli, 2016), e Eugenio Coccia, rettore del Gran Sasso Science Institute dell’Aquila, che ha da poco pubblicato per Castelvecchi il suo primo saggio divulgativo, Stelle, galassie, e altri misteri cosmici”
Per aiutarci ad allargare lo sguardo e fare qualche confronto tra come vengono vissute – nel dibattito pubblico – la divulgazione e la scienza in Italia e all’estero, abbiamo chiesto una mano anche a João Magueijo, cosmologo portoghese e divulgatore che da anni lavora nel Regno Unito, a Nadia Drake, giornalista scientifica e collaboratrice di National Geographic (dove ha anche un blog, No Place Like Home), e a David Quammen, anche lui scrittore di successo e collaboratore di National Geographic (il suo ultimo libro, Spillover, è tradotto in Italia da Adelphi).”
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