A cura di @Carlj2000.
Il presidente della Fondazione David Hume, Luca Ricolfi, in un articolo su Libero spiega “l’incomprensione di fondo” che si è creata sul problema migratorio e che permette a Salvini di guadagnare voti su voti:
La gente non ne può più dei sottili distinguo delle forze più responsabili. Può dispiacere a qualcuno (a me dispiace, ad esempio), ma lo capisco: la realtà è che la linea umanitaria delle opposizioni viene percepita come una resa al ricatto dei naufragi. Tutti usiamo un doppio registro, personale e politico: sul piano personale posso avere il massimo di benevolenza verso gli stranieri che entrano nella mia vita, ma sul piano politico penso che in Italia si debba poter entrare solo legalmente. Non c’è contraddizione fra l’umanità davanti al fatto compiuto dello straniero che mi trovo davanti, e il rigore che pretendo dal governo per gestire i casi futuri. Purtroppo la mente progressista è così chiusa che non riesce a cogliere questa basilare distinzione. Questa chiusura, a sua volta, fa sì che la domanda di rigore venga sistematicamente tacciata di disumanità, come se chi pretende la fine degli sbarchi fosse pronto a lasciar annegare un naufrago.
Fermarsi alla polemica sui singoli sbarchi, secondo lui, non è la prospettiva migliore per affrontare il tema dell’immigrazione. Bisognerebbe chiedere più rigore della Lega.
Secondo LaVoce.info per governare veramente il fenomeno occorre nuove politiche in Italia e nella UE e una ridefinizione delle basi economiche del rapporto Europa-Africa: programmazione e negoziazione dovrebbero entrare nel lessico della politica.
Commenta qui sotto e segui le linee guida del sito.