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“Ambrogio la pensava cosìˮ. E Biffi approvò il cambio al Padre Nostro

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Su suggerimento di @Swanito de Pluff.

Un articolo della Stampa spiega il senso e la storia della recente correzione nella traduzione cattolica del Padre nostro.

L’argomento è tornato d’attualità lo scorso 11 agosto, quando Papa Francesco, incontrando i giovani italiani al Circo Massimo, ha detto: «Nella preghiera del Padre Nostro c’è una richiesta: “Non ci indurre in tentazioneˮ. Questa traduzione italiana recentemente è stata aggiustata alla precisa traduzione del testo originale, perché poteva suonare equivoca. Può Dio Padre “indurci” in tentazione? Può ingannare i suoi figli? Certo che no. E per questo, la vera traduzione è: “Non abbandonarci alla tentazioneˮ». Le sue parole hanno provocato la reazione di chi ha cercato di far passare questa traduzione come una trovata di Papa Bergoglio, fingendo di ignorare che la nuova versione – sulla quale si può essere o meno d’accordo – è il frutto di un lavoro di lunghi anni e che il testo venne approvato, e specificamente votato, dai vescovi italiani riuniti in assemblea generale.

Immagine da Wikimedia.


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