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Bernard-Henri Lévy: ideologo dell’Occidente?

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In un articolo pubblicato su Il Tascabile, Paolo Mossetti propone un ritratto del filosofo e giornalista francese Bernard-Henri Lévy.

L’articolo offre un ritratto del filosofo e giornalista francese Bernard-Henri Lévy ed evidenzia il suo ruolo di intellettuale pubblico e “disturbatore diplomatico”. Viene descritto come una figura influente nel dibattito europeo, con una forte rete di connessioni mediatiche e politiche.

Il sogno è stato quello di raccogliere l’eredità di Voltaire, Zola e Sartre, incarnando l’ideale del grande intellettuale pubblico francese. Per quasi quarant’anni Bernard-Henri Lévy, filosofo più a suo agio come performer che dietro a una cattedra, ci è riuscito. Con una clausola, secondo i suoi nemici: diventando un abile ideologo, capace di travestirsi da paladino dell’umanesimo per difendere l’esistente.  Un globetrotter da 150 milioni di euro sul conto in banca le cui parole hanno funzionato, con straordinaria costanza, come proiettili sparati sempre nella stessa direzione: quella dei nemici dell’Occidente. Polemista, reporter, esteta, seduttore, consigliere di presidenti e soprattutto disturbatore diplomatico, BHL ‒ l’acronimo con cui lo chiamano in Francia ‒ continua a dominare la scena intellettuale europea come una figura mitologica.


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