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Contro gli uomini [EN]

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A cura di @Pippero (modificato).

Due articoli apparsi sul Washington Post, sul NewStateman rivendicano il diritto per le donne e per le femministe in particolare di coltivare un odio sociale verso gli uomini nel loro complesso, per via della natura strutturale e diffusa dell’oppressione da parte di questi ultimi sulle donne.

Ijeoma Oluo argomenta in un articolo per The Establishent che la tesi per cui nel genere maschile ci sarebbero solo alcune mele marce dovrebbe lasciare il posto alla consapevolezza che la diffusione di un’idea tossica di mascolinità costituisce un problema diffuso, a cui tutti contribuiscono, donne comprese, e perciò occorre uno sforzo continuo da parte di tutti.

Secondo un articolo di Tim Lott su Quillette “Incitare all’odio verso gli uomini non significa odiare un’idea, un credo politico o persone che hanno fatto una scelta; significa incitare ad odiare metà della popolazione mondiale, poveri e ricchi, gentili e crudeli, bianchi e neri, intelligenti e stupidi, solo in base alla presenza di un cromosoma”. Si tratterebbe di una visione giustificata ed insegnata nelle università anglosassoni sulla base un approccio post-modernista e neo-marxista.

In un articolo del 2000 Christina Hoff Sommers avvertiva che molte scuole avevano iniziato, già da anni a trattare in maniera discriminatoria i ragazzi, ribadendo questa tesi in un video più recente dove afferma la necessità di consentire a bambini e ragazzi di esprimere la propria mascolinità.

Immagine: Wikipedia Commons


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