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Così Sciascia scoprì il colpevole del giallo incompiuto di Gadda

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A cura di @NedCuttle21(Ulm).

Una articolo a firma di Antonio D’Orrico pubblicato sul Corriere della Sera racconta di quella volta in cui Leonardo Sciascia, passando in rassegna, presso la redazione del quotidiano Il Messaggero, la documentazione relativa a un caso di cronaca nera avvenuto il 10 settembre del ’58 a Roma e noto oggi come Il mistero di via Monaci (o Il caso Fenaroli), riuscì a immaginare un finale per il romanzo incompleto intitolato Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, un famoso giallo dello scrittore milanese Carlo Emilio Gadda pubblicato per la prima volta in volume nel 1957.

C’è un bellissimo romanzo che Leonardo Sciascia non ha scritto tra le pagine de Il metodo di Maigret, la raccolta di articoli sul giallo del Maestro di Racalmuto (libro già celebrato nel numero scorso). Eccolo. Prima scena. Sciascia rilegge Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, il grande giallo incompiuto di Carlo Emilio Gadda. E si dispiace che Gadda l’abbia lasciato senza finale. Qualche tempo dopo, mentre è dal barbiere, Sciascia legge sul Messaggero la notizia di un furto di gioielli in casa Menegazzi. Che strana coincidenza! Anche nel Pasticciaccio c’è un furto di gioielli in casa Menegazzi! È il primo dei delitti accaduti nel caseggiato di via Merulana teatro del libro. Il secondo delitto immaginato da Gadda è l’assassinio (per sgozzamento) di Liliana Balducci, la signora di «matura bellezza» di cui era amico (e segretamente innamorato) il commissario don Ciccio Ingravallo.

Immagine da Wikimedia.


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