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Di Fatto, utili idioti di Putin. Il giornale di Travaglio e la disinformatija

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Nelle ore finali della visita a Roma di Volodymyr Zelensky, il presidente ucraino aveva partecipato allo speciale di “Porta a Porta” per rispondere alle domande dei giornalisti italiani.


Il Fatto Quotidianoin una serie di articoli a firma di Daniela Ranieri – aveva subito tacciato di servilismo gli intervistatori, contestando l’assenza di domande “scomode” su vari punti elencati diligentemente dal Fatto.
Tuttavia gli interventi di Marco Taradash, Sofia Ventura e Nona Mikhelidze avevano evidenziato come Ranieri avesse scritto un gran numero di affermazioni impegnative, in gran parte non dimostrate o addirittura infondate.

Su Il Foglio di oggi, Luciano Capone aggiunge nuovi dettagli sulla disinformazione effettuata:

Per dimostrare che l’Ucraina è piena di nazisti (una delle ragioni usate da Putin per giustificare l’invasione) Ranieri scrive: “Soprannominati ‘Uomini in nero’, dopo le denunce di Amnesty nel 2016 sono indicati in un rapporto Osce come ‘responsabili dell’uccisione di massa di prigionieri, occultamento di cadaveri nelle fosse comuni e uso sistematico di tecniche di tortura’”.

Il primo rilevante problema di questa citazione è che non esiste. Non compare in alcun documento dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) sulla crisi in Ucraina dal 2014 a oggi. Da dove salta fuori? L’autore (non citato da Ranieri), molto probabilmente, deve essere Marco Travaglio che nel suo libro sulla propaganda “atlantista”, dal titolo “Scemi di guerra”, scrive che nel 2016 “anche l’Osce condanna duramente gli orrori dei miliziani dell’Azov, definendoli ‘responsabili dell’uccisione di massa di prigionieri, occultamento di cadaveri nelle fosse comuni e uso sistematico di tecniche di tortura fisica e psicologica’”. Insomma, la redattrice del Fatto si è fidata del suo direttore.

Ma posto che la citazione è falsa, Travaglio se l’è inventata o l’ha ripresa da qualche parte? E dove? Non è chiaro, anche perché nel libro Travaglio non indica alcuna fonte, neppure in una nota (anzi, le note proprio non ci sono). La ricerca non è agevole, ma si scopre che quel passaggio è pressoché copiato (viene solo invertita la sequenza dei crimini contestati) dalla voce di Wikipedia sul “Reggimento Azov”, dove però non compare né come virgolettato né viene attribuito all’Osce. Su Wikipedia quella frase viene usata come sintesi di “un rapporto presentato all’Osce dalla Foundation for the Study of Democracy”. Non è quindi un “rapporto dell’Osce”, come scritto da Travaglio e Ranieri, ma “un rapporto presentato all’Osce”.

Vabbè, sarà un dettaglio, con quel nome altisonante si tratterà sicuramente di una fondazione seria. Niente affatto. La Foundation for the Study of Democracy è una protesi propagandistica del Cremlino mascherata, neanche troppo bene, da Ong. Al suo vertice c’è il russo Maxim Grigoriev, che ha realizzato questo report anti ucraino insieme alla Russian Public Council for International Cooperation and Public Diplomacy, presieduta su nomina di Putin dall’alto diplomatico russo Sergei Ordzhonikidze

Oltre al Foglio, l’articolo è ascoltabile nella sua interezza nella trasmissione Stampa e regime su Radio Radicale, dal minuto 01:21:21 a 01:26:14.

Ranieri risponde sul Fatto Quotidiano.


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