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I democratici italiani sono il partito della «fine della storia»

I democratici italiani sono il partito della «fine della storia»

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Su Jacobin Magazine, Niccolò Barca e Tommaso Grossi propongono un’analisi sul Partito Democratico italiano discutendo la visione politica del suo attuale leader Enrico Letta.

“L’Europa sarà forgiata nelle crisi”, scriveva Jean Monnet, uno dei padri fondatori dell’Unione Europea, nel 1976, “e sarà la somma delle soluzioni adottate per quelle crisi”. Meno di cinquant’anni dopo, la prima parte della profezia di Monnet si è certamente realizzata. L’eccessiva austerità fiscale e la lunga stagnazione degli anni 2010, il tragico spettacolo della crisi dei rifugiati e le insurrezioni dei partiti populisti di estrema destra in tutta Europa sembravano più che sufficienti per mettere alla prova le capacità di gestione delle crisi e l’unità politica del blocco durante l’ultimo decennio. Poi è arrivato il COVID-19, che sta ancora tormentando i sistemi sanitari pubblici degli stati membri dell’Europa, e la guerra imperialista di Vladimir Putin, che ha fornito al blocco un altro stress test.

In mezzo allo scetticismo generale, molti potrebbero sostenere che l’Europa ha mostrato una notevole unità allo scoppio del conflitto. La condanna pubblica dell’aggressione di Putin e il sostegno alla lotta ucraina ha portato molti dei principali governi europei a inviare aiuti militari alla nazione dell’Europa orientale e a chiedere un embargo totale del gas contro la Russia. A due mesi dal conflitto, tuttavia, senza alcun progresso reale sul fronte ucraino e senza negoziati all’orizzonte, la razionalità economica e i divergenti interessi nazionali hanno diviso i paesi europei su questioni di strategia e posizionamento politico. Oggi, il piano del blocco per affrontare la crisi ucraina e le sue conseguenze economiche rimane dolorosamente poco chiaro.

 

 

 


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