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I nazisti non erano socialisti

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In un’intervista pubblicata su Jacobin Magazine e tradotta per Jacobin Italia da Valentina Menicacci, lo storico israeliano Ishay Landa – autore del libro The Apprentice’s Sorcerer: Liberal Tradition and Fascism – discute le politiche socio-economiche nella Germania nazista e spiega le ragioni dietro l’uso strumentale che il partito di Adolf Hitler fece a suo tempo del termine socialismo.

Nel tuo libro esamini le politiche economiche e l’ideologia dei nazionalsocialisti in Germania. È vero che le politiche naziste erano socialiste?

No, ovviamente non erano socialiste. È vero che i nazisti usavano occasionalmente il termine in modo positivo. Alcune persone si appoggiano cinicamente a questa cosa come prova – «Erano socialisti perché si chiamavano socialisti!» – ma erano fortemente anti-socialisti in ogni vero senso della parola.

E allora che senso aveva usare la parola «socialismo»? 

Dobbiamo comprendere il contesto in cui applicavano la parola. Di questi tempi, i politici di destra non la usano più. Perché? Perché il socialismo non è più così popolare. Ma a quell’epoca gli anti-comunisti dovevano scontrarsi con la necessità di fare presa sulle roccaforti socialiste per convincere il maggior numero possibile di votanti della classe operaia. Per questo dovevano presentare le loro politiche come in linea con gli interessi della classe operaia. Il trucco era trarre beneficio dalla popolarità del socialismo, che allora era generalmente considerato la forza del futuro, ma allo stesso tempo distanziarsi il più possibile da esso nella sostanza.

Visto che i nazisti si chiamavano socialisti solo per ragioni strategiche, che aspetto aveva la loro politica economica?

Erano fortemente capitalisti. I nazisti mettevano grande enfasi sulla proprietà privata e sulla libera competizione. È vero che intervenivano nel libero mercato, ma era anche un periodo di fallimento sistemico del capitalismo su scala globale. Quasi tutti gli stati intervenivano nel mercato allora e lo facevano per salvare il capitalismo da sé stesso. Ciò non aveva nulla a che fare con un sentimento socialista: era pro-capitalista. In un certo senso, c’è un parallelo qui con il modo in cui le grandi banche sono state salvate dai governi dopo lo scoppio della crisi economica del 2008. Neanche questo, ovviamente, rifletteva in alcun modo un’intenzione socialista. Si trattava semplicemente di un tentativo di stabilizzare il sistema.

 

 


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