Un articolo su Sapiens descrive una nuova ricerca archeologica, che data i primi viaggi per mare a più di 50.000 anni fa.
Gli scavi nell’arcipelago di Raja Ampat, al largo della costa occidentale della Nuova Guinea, hanno studiato i resti lasciati da popolazioni che attraversarono gli stretti che già allora dividevano la maggior parte dell’odierna Indonesia dalla piattaforma continentale australiana e neoguineana. Tra gli altri reperti, gli studiosi hanno scoperto un manufatto in resina risalente a 55.000-50.000 anni fa: esso rappresenta il più antico esempio noto di utilizzo della resina al di fuori dell’Africa, e probabilmente era utilizzato per accendere fuochi. La ricerca suggerisce che i primi abitanti dell’Oceania arrivarono tramite la Nuova Guinea, e non attraversando il mare che separa Timor dall’Australia del nord. I loro discendenti si sarebbero in seguito spinti via mare fino alle Isole Salomone, prima che, millenni dopo, gli antenati dei Polinesiani proseguissero il viaggio fino alle Hawaii e alla Nuova Zelanda.
The Mololo excavation helps us clarify the precise time humans moved into the Pacific. This timing is hotly debated because it has major implications for how rapidly our species dispersed out of Africa to Asia and Oceania. It also has implications for whether people drove Oceanic megafauna like giant kangaroos (Protemnodon) and giant wombats (Diprotodontids) to extinction, and how they interacted with other species of hominins like the “hobbit” (Homo floresiensis) who lived on the islands of Indonesia until about 50,000 years ago. (…)
Charting the archaeology of West Papua is vital because it helps us understand where the ancestors of the wider Pacific came from and how they adapted to living in this new and unfamiliar sea of islands.
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