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I vampiri sono esistiti davvero? La lezione di Francesco Paolo de Ceglia

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Il canale Youtube Lucy – Sulla cultura presenta un video della durata di circa mezz’ora nel quale lo storico della scienza Francesco Paolo de Ceglia parla della figura del vampiro, e di quanto il famoso Dracula di Bram Stoker sia solo l’ultimo figlio di una grande famiglia di morti viventi.

Nel 1731 ad un ufficiale dell’esercito asburgico arrivò una richiesta di aiuto per una strana malattia che si stava diffondendo in un piccolo villaggio al confine con la Serbia: Medvegja.

La storia del vampirismo europeo nasce quindi nei Balcani…

i pochi sopravvissuti raccontano di svegliarsi la notte e di guardare da qualche parte vicino al proprio letto delle persone che sono morte da poco e che sono state inumate persone dai grandi occhi gialli che li invitano a seguirli e loro non riescono a muoversi. Ebbene dopo tre o sette giorni queste persone muoiono

Per una cultura agropastorale come quella dei Balcani del XVIII secolo, l’inverno era un periodo di sospensione, durante il quale le giornate sempre più brevi, e le cattive condizioni meteo impedivano praticamente ogni attività all’aperto; dopo aver seminato i campi, si poteva solo aspettare che la Natura seguisse il suo corso e le piante germinassero alla primavera successiva.

Inoltre, per la cultura ortodossa, esisteva un periodo, i 12 giorni fra Natale e l’Epifania, durante i quali ogni attività era sospesa: la nascita di Cristo era già avvenuta, ma non il suo battesimo, per cui:

è come se nel mondo esistesse una divinità potente come quella di Cristo ma ferina selvatica, pagana. Ecco perché quei giorni venivano considerati i giorni vampirici o i giorni della Cenere, giorni in cui non si poteva far nulla perché i vampiri erano per strada, giorni in cui non si poteva morire perché se no si sarebbe diventati vampiri, in cui non si poteva nascere perché si sarebbe diventati vampiri

L’ufficiale asburgico aveva inviato un medico nel villaggio, il dottor Glazer, a cui i paesani avevano indicato come colpevoli dell’epidemia, come “arcivampiri” due donne: una anziana evitata da tutti, Miliza, ed una giovane donna sola, Stana, morta di parto.

I resoconti del primo medico indussero l’ufficiale asburgico ad inviare un altro medico, un chirurgo, che probabilmente arrivò nel villaggio di Medvegja proprio durante i 12 giorni vampirici. Al nuovo chirurgo viene raccontata la storia, avvenuta cinque anni prima, di un uomo, Arnold Paule, che era stato identificato dai paesani come il primo vampiro, in quanto:

era caduto da un carro di fieno, si era spezzato l’osso del collo e poi era andato ad importunare la gente. La gente era seccata da da questo da questo essere presente, assillante di Arnold Paule, avevano visto Arnold Paule relativamente indecomposto, gli avevano tagliato la testa e gli avevano conficcato un paletto nel cuore udendo un sibilo che era stato interpretato dalla gente del posto come l’urlo del vampiro

Il resoconto delle autopsie e di questo “primo” arcivampiro venne smarrito, ma nel 1732 in tutta Europa si diffuse la “paura del Vampiro” dopo che questo resoconto venne pubblicato in un giornale olandese di lingua francese.


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