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Il buono delle teorie del complotto

Il buono delle teorie del complotto

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In un articolo pubblicato su Il Tascabile, Andrea Daniele Signorelli, passando in rassegna alcuni lavori sulle teorie cospirative e analizzando le ragioni da sui spesso queste scaturiscono, spiega perché oggi sia sempre più controproducente patologizzare il complottismo.

Nata nel 1776 a Ingolstadt, in Baviera, la setta segreta degli Illuminati fu definitivamente stroncata nel 1787 dal principe Carlo Teodoro, che ne temeva le rivendicazioni illuministe, anticlericali e antimonarchiche. O almeno così vuole la narrazione ufficiale: secondo una delle più diffuse teorie del complotto, gli Illuminati sono ancora tra noi. Altro che svanire nel nulla: il loro potere, nel corso di due secoli, si è espanso enormemente. Col tempo, alcune delle più potenti e influenti famiglie del mondo hanno preso le redini degli Illuminati. Tredici famiglie, per la precisione: Rothschild, Rockefeller, Onassis, Kennedy, Li, Astor, DuPont e altre ancora, che messe assieme possiedono il 99% delle ricchezze mondiali.

Un vero e proprio cartello. Un potentissimo cartello che domina il mondo a livello economico, finanziario e politico. I governi democraticamente eletti non sono altro che marionette, al servizio degli Illuminati e dei loro scopi. E quale sarebbe però questo scopo? Semplice: eliminare dalla faccia della Terra gli stati, le nazioni e le loro differenti culture e particolarità. Rendere tutta l’umanità parte di un’unica famiglia, di un unico governo. Un governo mondiale. Questo è il piano: dare vita a un Nuovo Ordine Mondiale, a una dittatura globalista in cui l’intero pianeta è asservito ai voleri delle 13 famiglie degli Illuminati.

 


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