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Il liberal non è liberale: l’importanza di una “e”

Il liberal non è liberale: l’importanza di una “e”

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A cura di @tusaichi.

Un articolo del Corriere della Sera spiega la differenza di valori e vedute dell’ideologia liberal rispetto a quella liberale, argomentando circa l’importanza della seconda per la tutela e il rispetto delle democrazie occidentali.

Il punto è che avere idee «diverse» (che vanno dal contenuto da dare ad alcuni diritti civili, al tema della migrazione o dell’Europa, per citare alcune delle questioni su cui è fiorita la proposta populista) può anche essere urticante per alcuni (o financo per molti), può anche essere oggetto di una aspra critica, ma ciò non toglie che queste idee rimangono (e devono rimanere) oggetto di legittima discussione, e considerarle altrimenti, come espressione di cittadini ignoranti, manipolabili o semplicemente «razzisti», e pertanto come voci di serie B nello scenario migliore, o come fastidioso rumore di sottofondo da zittire in quello peggiore, è coerente con una visione dispotica dello spazio pubblico che non si sposa per nulla con una democrazia davvero liberale. Con il risultato, solo apparentemente sorprendente, che così facendo le differenze tra populisti e antipopulisti semplicemente evaporano, perché entrambe le parti risultano incapaci di accettare il dissenso.


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