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Il Rapporto ISTAT sulla redistribuzione del reddito

Il Rapporto ISTAT sulla redistribuzione del reddito

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A cura di @gio.

Il 21 giugno ISTAT ha diffuso il Rapporto sulla redistribuzione del reddito in Italia. Nel Rapporto si evidenzia come l’intervento pubblico abbia determinato una riduzione della diseguaglianza misurata attraverso l’indice di Gini di 15,1 punti percentuali (da un valore di 45,2 punti misurato sul reddito primario a uno di 30,1 in termini di reddito disponibile). Le analisi per classi di età e in termini di riduzione del rischio di povertà sottolineano invece come sia la popolazione più anziana che beneficia di tali interventi.

L’analisi delle stime del rischio di povertà per le diverse classi di età mostra, oltre alla evidente funzione di sostegno delle pensioni per le persone di 65 anni e più, anche un aumento del rischio di povertà, dopo l’intervento pubblico, per i giovani nella fascia di età dai 15 ai 24 anni (dal 19,7 al 25,3%) e per quelli dai 25 ai 34 anni (dal 17,9 al 20,2%). Un limite evidente del sistema dal punto di vista dell’equità è la debole tutela accordata ai minori in presenza di bassi livelli del reddito familiare: per effetto dell’intervento pubblico il rischio di povertà aumenta dal 20,4 al 25,1% per chi ha meno di 14 anni.

Il Rapporto fornisce inoltre una stima dell’impatto delle principali misure redistributive dell’ultimo triennio: il bonus di 80 euro per i lavoratori dipendenti; l’aumento della quattordicesima per i pensionati e l’implementazione parziale del Sostegno di Inclusione Attiva (SIA). L’impatto di tali misure è stimato in una riduzione dell’indice di Gini dal 30,4 al 30,1 e del rischio di povertà dal 19,2 al 18,4%. Il bonus di 80 euro, in particolare, produce gli effetti maggiori in valore assoluto e come quota di beneficiari per le famiglie con redditi medio alti, mentre le altre due misure intervengono sui redditi medio-bassi.

La pubblicazione del rapporto ha sollevato alcune critiche del Fatto Quotidiano focalizzate tra l’altro su una non chiara esplicitazione della presenza di simulazioni (la quattordicesima per i pensionati non è ancora attiva) e sull’assenza di confronti con il passato (nel 2012, ad esempio, l’intervento pubblico aveva determinato una riduzione delle disuguaglianze iniziali misurate dall’indice di Gini di 18 punti).

In una successiva intervista Roberto Monducci, direttore del dipartimento per la produzione statistica dell’istituto, ha risposto a tali critiche, anche se permangono alcune lievi incongruenze sui dati.


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