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La confindustria si spacca sul contratto degli agroalimentari

La confindustria si spacca sul contratto degli agroalimentari

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Il settore dell’industria alimentare rappresenta l’8% del PIL ed è uno di quelli che ha patito meno della crisi causata della pandemia. Nei mesi scorsi il presidente Bonomi aveva chiesto di opporsi alle richieste dei sindacati e di concedere solo aumenti legati all’inflazione e che nei rinnovi possono entrare solo misure di welfare aziendale come ricorda il Fatto Quotidiano.

Invece dopo che il 31 luglio la Unionfood che rappresenta tutti i colossi del settore, da Barilla a Ferrero, alle multinazionali come Unilever, aveva firmato un rinnovo che prevede a regime  ossia nel 2023 un aumento medio di 119 euro lordi al mese ora Repubblica informa che altre sette associazioni di categoria hanno scritto ai sindacati per riaprire le trattative “nell’interesse dei lavoratori e delle imprese che rappresentiamo“.

Il presidente di Confindustria, spalleggiato da AssoCarni e soprattutto da Federmeccanica, continua però con la linea dura e come riporta il Corriere della Sera ha deferito ai probiviri i vertici di Unionfood.


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