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La diffusione dell’HIV in Africa: l’ipotesi degli aghi ipodermici [EN]

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Jacques Pépin, dell’Università di Sherbrooke in Canada, ha proposto una teoria secondo la quale la diffusione del virus dell’HIV in Africa fu favorita, tra le altre cose, da una serie di programmi sviluppati tra il 1921 ed il 1959 dalle autorità coloniali di Camerun, Gabon e Moyen – Congo (come allora veniva chiamata l’attuale Repubblica del Congo) per controllare alcune malattie tropicali tramite medicine iniettabili.

Le siringhe venivano riutilizzate tra un paziente e l’altro, con una sterilizzazione sommaria; ciò avrebbe favorito il diffondersi del virus. Questa ipotesi è presentata da Pépin nel suo libro del 2011 The Origins of AIDS; è riassunta, assieme al resto del libro, da David Waltner-Toews in questo vecchio articolo:

Pepin’s tale goes back to the biological origins of HIV: simian immunodeficiency virus. Chim-panzees, all of which live in Africa, are humanity’s closest living relatives; hence people are particularly susceptible to infections carried by them. Transmission of SIV [Simian Immunodeficiency Virus] from one subspecies of chimpanzee (Pan troglodytes troglodytes) to hunters (through cuts) occurred repeatedly, but rarely, over hundreds of years. But then things changed: the explosive global pandemic of HIV/AIDS in the 20th century occurred because of a coincidence of changes in technology (availability of guns leading to a large increase in hunting), social life (colonial military activities and development projects such as the construction of railways and building of cities, with their high concentrations of people and widespread prostitution to service the populations caught up in these changes), international mobility of people (usually related to business, military and technical assistance) and aggressive, paternalistic, but well-intentioned public health programs (injections for several diseases including sleeping sickness, syphilis and leprosy, as well as the use of blood products for treatment of hemophilia). As in any tragic story, good motives, hubris, human greed, poverty and ignorance play central roles.

The initial explosion from an isolated hunter (the real and original Patient Zero) into the larger human population took place in the 1920s because health authorities in French-administered territories in Africa initiated large-scale programs at that time to reduce the burden of sleeping sickness, caused by a blood-borne parasite. The only available treatment was an injectable arsenic-based drug, in a context where there was a shortage of needles and syringes, no easy ways to sterilize equipment in the field and scant understanding of how viruses could be transmitted through contaminated injection equipment. Once in the wider (non-hunting) human population, the infection was further spread into adjacent French- and Belgian-administered territories through both medical injections and prostitution (a service industry for colonial industrial development).

Anche David Quammen, nel suo libro Spillover (2012), molto discusso recentemente durante il periodo pandemico, ha presentato la teoria di Pépin: ne parla Mario Barenghi in questo articolo di Doppiozero dedicato a Spillover:

In sintesi, la storia è questa. Il salto di specie dell’agente patogeno ha avuto luogo nel 1908 nel Camerun sud-orientale, presso una delle popolazioni che (ahimè) considerano una prelibatezza, propria anche di certi rituali tradizionali, la carne di scimpanzé. L’ipotesi più plausibile è quella del cosiddetto «cacciatore ferito»: basta una scalfittura su una mano o su un braccio perché possa verificarsi un contatto sangue-sangue, non tanto durante la predazione vera e propria, quanto nella macellazione dell’animale ucciso. Il virus Hiv-1 si è poi diffuso, essenzialmente per via sessuale, lungo il bacino del fiume Congo, fino alla cosiddetta palude di Stanley (oggi palude di Malebo), su cui si affacciano le città di Brazzaville e di Léopoldville (oggi Kinshasa), allora rispettivamente capitali del Congo francese e del Congo belga. La trasmissione sessuale, di per sé, sarebbe lenta e limitata, ma a favorire il virus sono stati due fattori contingenti: l’incremento demografico, che ha favorito l’urbanizzazione, e l’introduzione di pratiche sanitarie moderne, come le massicce campagne contro la malaria, la sifilide, la malattia del sonno, per cui venivano usate siringhe non sempre sterilizzate.

Oltre che in The Origin of AIDS, Pépin ha esposto le sue ricerche sull’argomento in un paper del 2008.


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