Sul blog Didatticarte un articolo ricco di immagini racconta come i dipinti storici documentano la Piccola Era Glaciale, un periodo di raffreddamento climatico che ha interessato l’emisfero nord tra il 1450 e il 1850.
Ciò che stava accadendo aveva, in realtà, una portata molto più vasta: tra il 1450 e il 1850 tutto l’emisfero nord fu interessato dalla cosiddetta Piccola Era Glaciale, un fenomeno complesso che seguì il ‘periodo caldo medievale‘, con vari picchi di freddo intenso provocato dalla sovrapposizione di diverse cause: grandi eruzioni vulcaniche che oscurarono l’atmosfera, diminuzione dell’attività solare, cambiamenti della circolazione oceanica, sviluppo di foreste al posto di terreni agricoli, variazioni dell’inclinazione terrestre.
L’autrice, Emanuela Pulvirenti, descrive come i rigidi inverni di questo periodo siano stati immortalati da vari artisti, con particolare attenzione al congelamento del Tamigi a Londra. Il fiume Tamigi è ghiacciato più volte, con episodi significativi nel 1683 e nel 1739-1740 e durante questi periodi di gelo, i londinesi organizzavano fiere sul ghiaccio, con bancarelle, giochi e spettacoli.
In particolare, il congelamento del Tamigi era favorito anche dalla conformazione dell’antico Westminster Bridge, un ponte ‘abitato’ (cioè sormontato da case) caratterizzato da tantissime piccole arcate tra le quali era facile che i primi blocchi di ghiaccio si incagliassero rallentando il moto delle acque e favorendo così il congelamento dell’intera superficie del fiume (il ponte verrà per questo demolito nel 1832 e ricostruito con sette archi metallici).
Artisti come Jan Griffier II, Thomas Wyke e Abraham Hondius hanno documentato questi eventi nei loro dipinti e i rigidi inverni hanno avuto un impatto economico e sociale avendo causato carestie ed epidemie. Alcune comunità, come quelle dei Paesi Bassi, sono invece riuscite a prosperare adattandosi alle condizioni climatiche.
L’articolo sottolinea anche come la Piccola Era Glaciale abbia ispirato opere letterarie e artistiche, come “Frankenstein” di Mary Shelley e “Il mare di ghiaccio” di Caspar David Friedrich.
Un articolo del National Geoghraphic riassume gli impatti della Piccola era glaciale, durante la quale le temperature medie sono scese di circa 0,5 gradi Celsius, causando gravi impatti sull’agricoltura, la vita quotidiana e persino eventi storici:
Qualunque sia stata la causa, le conseguenze della Piccola era glaciale hanno segnato la storia, anche se stabilire in che misura è controverso. Certamente il freddo permise a Carlo Gustavo X di Svezia di far marciare le sue truppe attraverso uno stretto ghiacciato per prendere l’isola danese di Fionia nel 1658, e rese possibile alle truppe francesi di catturare una flotta olandese che era rimasta bloccata nel ghiaccio nel 1795 – un evento descritto come “l’unica volta nella storia in cui uomini a cavallo catturarono una flotta di navi”. La paura e la preoccupazione per la ripetuta mancanza di raccolti provocarono un’ondata di “processi alle streghe” e di antisemitismo in Europa. In modo meno definitivo, la Piccola era glaciale potrebbe aver avuto un ruolo nel crollo della dinastia Ming in Cina, in parte a causa della scarsità di cibo che portò a rivolte contadine. L’abbassamento delle temperature e la contemporanea crescita della copertura di ghiaccio sulla terraferma e sul mare potrebbero aver contribuito alla scomparsa delle colonie norrene dalla Groenlandia. È stato persino ipotizzato che il suono unico dei violini Stradivari sia dovuto al fatto che il legno utilizzato dal liutaio Antonio Stradivari fosse più denso del solito a causa del freddo. Al di là delle importanti ripercussioni storiche che può aver messo in moto, la Piccola era glaciale ha avuto un impatto particolarmente pesante sull’agricoltura e sulla vita dei contadini e dei poveri delle città.
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