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La pizza Rossini, per quelli che disprezzano (e poi comprano!)

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I nostri utenti lo sanno, ad ogni menzione di questo piatto gli animi si scaldano, si grida al sacrilegio, alla mancanza di palato. C’è chi vorrebbe cedere Pesaro alla Croazia, chi pretende che un tale abominio non sia associato al nome di un compositore del calibro di Gioachino Rossini, chi rifiuta che una pizza simile possa aver avuto origine sul suolo italiano…

Ma, in fin dei conti, tutto questo astio è giustificato? Si può davvero ripudiare una basatissima associazione di ingredienti che solo pochi hanno mai assaggiato?

Gli articoli a difesa della specialità pesarese non mancano certo.

Si può giustificare la perplessità di chi non è nato con questo piatto sul tavolo, ma è interessante capire perché l’apprezzamento dei pesaresi è trasversale, senza limiti di età o di estrazione sociale.

E perché il resto del mondo inizialmente storce il naso ma dopo il primo morso, con la classica espressione di sorpresa disegnata sul volto, ne chiede ancora.

La base della rossini è la stessa della pizza margherita, benché la mozzarella sia un’aggiunta recente. Con la differenza che fornai e pizzaioli della città adagiano sopra delle fette di uovo sodo e dosi massicce di maionese.

Come un condimento così naif, al limite della tamarraggine, abbia trasformato la pizza Rossini in un’icona della città adriatica al confine tra Marche e Romagna non è facile da spiegare.

Nel caso voleste provarla senza recarvi nel nord delle Marche, qui potete trovare la ricetta.

 


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