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La sinistra non è una costola del populismo

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A cura di @Lowresolution.

Partendo dallo scontro interno del PD sull’alleanza con il M5S, Carlo Cerami su Left Wing riflette sulle cause della pesante sconfitta elettorale, una sconfitta ancora prima del PD, di una visione politica che è nata con il discorso di Veltroni al Lingotto nel 2007. Il problema secondo Cerami non è correggere quel progetto, ma ripensare una nuova politica da sinistra che riesca dare risposte concrete alle istanze del paese che oggi si rivolge al populismo reazionario e demagogico. Liberalizzazioni di alcuni settori e solidarietà e redistribuzione possono convivere, e vanno bilanciate indirizzando i diversi problemi e attese dei diversi territori del paese.

Giovani e mezzogiorno: due mondi che hanno abbandonato il Partito democratico in misura più marcata. Se tutto questo si unisce a problemi epocali come il governo dei fenomeni migratori, il contrasto al dumping dei paesi a scarsa civiltà giuridica nei confronti delle conquiste degli stati sociali europei, l’ampliarsi delle differenze non solo economiche ma anche culturali tra ceti più o meno in grado di tenere il passo della globalizzazione, si capisce insomma come l’idea di affrontare tutto questo con un semplice aggiornamento delle ricette delineate nell’atto fondativo del Partito democratico al Lingotto di Torino, risalente a oltre dieci anni fa, appaia francamente improbabile e certamente insufficiente.

Ciò non significa che il nostro paese non necessiti di riforme anche di segno liberale nel rapporto tra imprese e fisco, nel rapporto tra cittadini e burocrazia. Nondimeno, la perdita di efficacia nella capacità di rappresentanza delle organizzazioni dei lavoratori dovuta alla polverizzazione del lavoro non può non affidare alla politica un nuovo compito redistributivo della ricchezza, da non porsi in contrasto con la capacità di produrla, che pure costituisce una conquista storica della sinistra riformista fin dalla sua nascita, e che mai era stata sprigionata in modo così laico e coraggioso come negli ultimi cinque anni di vita del Partito democratico.

Integrazione a cura di @uqbal: La costola della sinistra, di Corrado Truffi, sullo stesso argomento:

La prima osservazione è che dovrebbe essere quasi ovvio considerare ciò che ha detto Renzi del tutto razionale e politicamente fondato. Se è vero che i due cosiddetti vincitori delle elezioni non sono in grado di formare un governo, se è vero che è ormai probabile la fine rapida della legislatura, ne consegue che la bocciatura della riforma costituzionale e della legge elettorale a doppio turno che ne era il completamento sono la causa prima di questo stallo. Tra l’altro, la cosa paradossale è che in questo momento cinque stelle e destra avrebbero tutto l’interesse ad accettare la proposta di Renzi di fare ora la riforma costituzionale a suo tempo bocciata – almeno, la fiducia per una sola camera e una legge a doppio turno: i competitori del doppio turno sarebbero quasi certamente loro, con il PD ridotto, almeno per ora, a terza forza ininfluente.

 

Immagine da Flickr.


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