un sito di notizie, fatto dai commentatori

La situazione in Turchia

0 commenti

A cura di @MostroDeiBiscotti.

Il Parlamento turco ha approvato in seconda e ultima lettura la riforma costituzionale che, se dovesse superare il referendum confermativo previsto per la primavera, trasformerà il Paese in una repubblica presidenziale. La nuova Costituzione – di cui danno conto The Post Internazionale con una breve descrizione e Al-Monitor con un’analisi più dettagliata – rischia secondo l’opposizione di sancire definitivamente l’instaurazione di un regime autoritario nel Paese.

La nuova costituzione consentirebbe al Presidente della Repubblica di nominare e licenziare i ministri e abolirà la figura di Primo Ministro. Tra i nuovi poteri del Capo dello Stato turco ci sarebbe anche quello di emettere decreti presidenziali sulla maggior parte delle questioni in capo all’esecutivo senza bisogno di un passaggio parlamentare. Il Presidente avrebbe infine la facoltà di nominare i vertici dell’esercito e dei servizi segreti, i rettori delle università, i dirigenti nella pubblica amministrazione e alcuni vertici di istituzioni del potere giudiziario.

Nel frattempo la lira turca ha inaugurato il 2017 raggiungendo un nuovo minimo storico contro il dollaro, dopo aver perso nell’ultimo anno circa un terzo del suo valore. Secondo alcuni commentatori il Paese rischia un tracollo finanziario; la gravità della situazione ha spinto il presidente Erdogan a denunciare un complotto ai danni della Turchia, paragonando banchieri e industriali ai terroristi:

“In terms of aims, there is no difference between a terrorist who has a gun and a bomb in his hands and those who have dollars, euros and interest rates. The aim is to bring Turkey to its knees, cow it into submission and take it away from its goals. They are using the foreign exchange as a weapon.”
Erdogan then urged Turkish businesspeople to revive investments, but his appeal sounded rather menacing. “I’d like to repeat my call on our business community: Today is the day to make investments, produce and increase employment. If you don’t take the risk today, you may not have anything left to risk tomorrow,”

A dispetto della crisi economica, il Governo ha proseguito negli ultimi mesi l’impegno militare sul fronte siriano. Dopo aver ultimato con successo, grazie anche al supporto degli Stati Uniti, le operazioni per la liberazione della città di confine di Jarablus, le forze armate turche hanno proseguito verso la città di al-Bab. La feroce resistenza dei miliziani dell’ISIS ha arrestato l’offensiva, causando forti perdite e una situazione di stallo. Mentre il Washington Post analizza la portata strategica del coinvolgimento turco nel teatro siriano, un articolo su Difesa Online, segnalato da @Qfwfq, riflette sui motivi della sconfitta sul campo.

La Turchia perde in Siria altri quindici carri armati Leopard 2, distrutti dalle forze dello Stato islamico nell’ultimo assedio di al-Bab. La città dista soli 15 miglia a sud del confine con la Turchia. Ankara ha commesso tre gravi errori: sottovalutando il nemico, sopravvalutando le proprie forze corazzate e, probabilmente il peggiore, lanciando i propri carri armati sprovvisti dei sistemi di protezione attiva e passiva, senza la copertura della fanteria sui fianchi.

In ambito civile meritano infine di essere segnalate una imminente riforma della scuola che, fra le altre novità, mira a eliminare la teoria dell’evoluzione dall’insegnamento superiore, e lo stato di grave crisi in cui versa l’università turca a seguito delle continue purghe operate dal Governo, crisi raccontata in un articolo di Politico.eu dall’eloquente titolo: Turkey loses its brains.

For Turkey’s academics, the new year began with a new wave of dismissals. With 2017 not yet a week old, 631 researchers and professors lost their jobs with the stroke of a pen. In the course of the past year, thousands of Turkish scholars were fired or suspended in a similar manner, victims of the government’s sweeping purge following last summer’s failed coup. More than a dozen universities were simply shut down by decree.

 

Immagine da pixabay.

Nota per @MostroDeiBiscotti: sì, probabilmente era solo un’idea, questo è l’unico arrivato. ;-)


Commenta qui sotto e segui le linee guida del sito.