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Lavori a somma zero [EN]

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A cura di @werner58.

Lord Adair Turner, ex presidente della CONSOB britannica (Financial Services Authority) e in precedenza della Confindustria (Confederation of British Industry) si interroga sulla frenata della produttività nelle economie avanzate, e richiama l’attenzione sulla crescente frazione di occupazioni improduttive; con qualche riferimento alla provocazione dell’antropologo David Graeber, che nel 2013 si scagliò contro quelli che definiva “bullshit jobs”.

Al di là della soddisfazione personale che può eventualmente avere chi le svolge, ci ricorda lord Turner, alcune occupazioni costituiscono un gioco a somma zero: non contribuiscono alla creazione di nuove risorse, bensì alla competizione per quelle esistenti. Tra gli esempi elencati nel suo articolo per Project Syndicate troviamo diverse professioni ad alto status sociale:

Cyber criminals and the cyber experts employed by companies to repel their attacks; lawyers (both personal and corporate); much of financial trading and asset management; tax accountants and revenue officials; advertising and marketing to build brand X at the expense of brand Y; rival policy campaigners and think tanks; even teachers seeking to ensure that their students achieve the higher relative grades that underpin future success.

Come spiega Turner, è difficile valutare l’esatta entità del fenomeno: ma sappiamo ad esempio che ad oggi, negli USA, il 18% degli occupati (che percepisce il 30% degli stipendi) è impegnato in attività manageriali, probabilmente con una forte componente a somma zero. Questa frazione tende ad aumentare; il futuro avanzamento dell’automazione, liberando sempre più persone dalla necessità di produrre beni e fornire servizi in prima persona, potrebbe orientare sempre più capitale umano verso la competizione per il controllo dell’esistente.

Immagine da Wikimedia.


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