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Međugorje: religione, violenza e bugie nella Bosnia rurale

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Osservatorio Balcani e Caucaso pubblica un articolo di Mariangela Pizziolo (Međugorje: religione, violenza e bugie nella Bosnia rurale) riguardo alla ricerca accademica (e i falsi) sul «paese dove apparve la Madonna».

La riflessione fa parte di una tesi di laurea di Antropologia culturale ed è la seconda parte di tre articoli pubblicati da Osservatorio Balcani e Caucaso (nel primo contributo, Un’analisi antropologica del fenomeno Međugorje Pizziolo indaga le spiegazioni culturali e politiche delle apparizioni nella Jugoslavia di Tito).

Religione, violenza e bugie nella Bosnia rurale illustra il lavoro di Mart Bax, accademico olandese che pubblico nel 1995 «Medjugorje: Religion, Politics, and Violence in Rural Bosnia». Questo studio incanalava Međugorje in un quadro che mescolava fascismo, sacro e violenza etnica e fu tanto influente e suggestivo — sia verso il pubblico in generale che verso altri accademici — quanto disonesto. Bax fu accusato di aver falsificato le testimonianze raccolte e nel 2013 la Vrije Universiteit fu costretta ad ammettere la frode.

Pizziolo commenta questo episodio su tre temi: come pecca del sistema accademico (Bax giustificò il suo falso con la necessità di mantenere la sua posizione e acquisire finanziamenti e prestigio per il suo istituto); come «spore» della ricerca (nonostante siano state confutate, le tesi di Bax o i ragionamenti costruiti su queste tesi continuano a fare capolino negli studi su Međugorje); come perdurare dei pregiudizi e degli stereotipi sui Balcani nelle nostre menti di occidentali.

L’insegnamento che si può trarre dalla questa storia non è importante solo per chi fa ricerca nell’ambito delle scienze sociali, ma per tutti coloro che sono spinti dalla volontà di comprendere. Ci pone di fronte alla necessità di riconoscere che i viaggi che compiamo nello spazio e nella memoria sono spesso parziali e selettivi, per ovvie questioni legate al tempo e alle nostre individualità, e che dovrebbero essere sempre accompagnati da una profonda autoriflessione. Chiedersi se l’ascolto è stato adeguato, se si è davvero stati imparziali, se sono stati tralasciati degli aspetti che avrebbero scomodamente creato più domande che risposte, sono quesiti tanto più fondamentali quando ci si muove in contesti difficili come quelli di post-conflitto, dove le storie umane si intrecciano alle questioni storiche e geopolitiche o sfuggono ad esse.

Immagine: gnuckx, St. Jakov, Medjugorje.


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