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Non sempre una buona decisione si può giudicare dalle sue conseguenze

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Nella rubrica che tiene su Il Sole 24 Ore  Vittorio Pelligra spiega come accade che attribuiamo alcuni avvenimenti all’abilità personale, mentre stentiamo ad accettare che siano dovuti all’effetto del caso.

Pelligra riporta tre esempi, uno riguardante Paul il polpo, altri due tratti in buona parte dal libro La passeggiata dell’ubriaco di Leonard Mlodinow.

Il risultato di Miller, come quello di Koppett e perfino del polpo Paul, ci appaiono sorprendenti a causa della nostra naturale incapacità a gestire il pensiero probabilistico. Non è una questione di conoscenza o ignoranza, ma piuttosto di evoluzione cognitiva. Sono le nostre meravigliose doti psicologiche che, in alcune circostanze, ci inducono clamorosamente in errore.

Immagine da Wikimedia Commons

 

 

 


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