Questo articolo, ricco di fotografie, pubblicato sul blog dell’istituzione londinese ricorda il frenetico processo di evacuazione del British Museum all’inizio della Seconda Guerra Mondiale.
Il personale del museo, avvertito preventivamente in agosto, aveva solo otto giorni per mettere in sicurezza i suoi tesori più preziosi, la scadenza era il 3 settembre, giorno della dichiarazione di guerra del Regno Unito alla Germania. Escluse le domeniche (!) rimanevano solo 8 giorni.
On the 3 September 1939, the UK Prime Minister Neville Chamberlain addressed the nation on BBC Radio. Hitler had been given an ultimatum: withdraw from Poland by 11.00 that day or the UK would formally declare war on Germany… It was 11.15. Chamberlain’s words would have echoed through the halls and galleries of the British Museum, his voice amplified by the emptiness of the vast rooms. The galleries were closed to the public, and even if visitors had turned up, there wouldn’t have been much to look at. Museum staff had been evacuating the collection since 07.00 on 24 August, and in just eight days (they took Sundays off) the team had already managed to evacuate over 150 tonnes of material.
In questo breve periodo, furono trasferiti oltre 150 tonnellate di materiali, tra cui la Magna Carta, i primi Folios di Shakespeare e i disegni di Michelangelo, che furono collocati nella National Library of Wales in una camera appositamente costruita. Altri reperti, come la Stele di Rosetta e i tesori di Sutton Hoo, furono invece messi al sicuro nella stazione della metropolitana di Aldwych, sotto sorveglianza continua.
L’articolo spiega che il piano di evacuazione seguì le linee guida di un manuale intitolato Air Raid Precautions in Museums, Picture Galleries and Libraries, pubblicato dal British Museum nel giugno 1939. Questo documento offriva istruzioni dettagliate su come proteggere le opere d’arte e i manufatti durante gli attacchi aerei. Gli oggetti più grandi furono avvolti in sacchi di sabbia all’interno delle gallerie, mentre quelli più piccoli vennero imballati in scatole speciali e trasportati via treno o carro.
Il Museo affrontò difficoltà come incendi e problemi di umidità nei rifugi sotterranei, ma grazie agli accorgimenti del Direttore Sir John Forsdyke e dello specialista di conservazione Harold Plenderleith, fu possibile proteggere il patrimonio culturale. In particolare, un deposito sotterraneo in una cava vicino a Bath fu trasformato in un sofisticato rifugio climatizzato e persino alimentato, pare, da un motore di un vecchio U-Boot.
Al termine della guerra, le collezioni tornarono al British Museum intatte.
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