Un articolo di Luisa Loiacono e Leonzio Rizzo su LaVoce.info evidenzia come in Italia gli allevamenti di bestiame siano la seconda fonte di particolato nell’aria, producendone oltre il 15% (mentre, per fare un paragone, auto e moto sono responsabili solo del 9%).
Per compensare questa esternalità negativa gli autori propongono una imposta pigouviana sulla carne, mediante un incremento dell’IVA dall’attuale 10% al 22%.
La misura indurrebbe comportamenti più virtuosi per l’ambiente e per la salute (visto che il consumo pro capite attuale in Italia è il doppio di quanto raccomandato dall’Inran) e genererebbe gettito aggiuntivo che potrebbe essere usato ad esempio per ridurre il cuneo fiscale.
Perché aumentare l’IVA sulla carne
18 Ott 2020 • 0 commenti
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