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Perché l’Islam rischia il suicidio per mano dei jihadisti

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Su suggerimento di @Qwfwq

La giornalista di origine marocchina Karima Moual propone, sul sito formiche, una riflessione da un’angolazione diversa sul rapporto fra tradizione e modernità nell’islam, contestualizzando il comportamento non ortodosso di alcuni degli esecutori degli attentati avvenuti negli ultimi 18 mesi in Francia.

[…] per scoprire oggi che questo esercito jihadista ha molti tratti comuni, nuovi e inaspettati. Basti pensare, per esempio, a Salah Abdessalam, Abdelhamid Abaaoud, Mohammed Merah e Amedy Coulibaly. Giovani con la fedina penale sporca, ma anche la fede torbida e blasfema. Una fede che, però, a un tratto della loro vita viene ricostruita in breve tempo, trovando la propria culla naturale nell’ideologia jihadista.

A questi nomi si aggiungono quelli di Adel KermicheMohamed Bouhlel, autori dei due attacchi avvenuti a luglio, radicalizzati in breve tempo grazie alla fascinazione per la jihad messa in atto dalla macchina di reclutamento dello ststo islamico e a quei passi verso una “pulizia” che il mondo islamico non ha ancora compiuto, se non negli ultimi anni e in uno stato, il Marocco, che rappresenta un’eccezione nell’area.

 

Immagine da pixabay.


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