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Planando sopra boschi di braccia tese

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Su suggerimento di @Mr. Pink e @Neoviolence

A distanza di quasi venti anni dalla sua scomparsa, la figura e le opere di Lucio Battisti rimangono sempre oggetto di interesse e dibattito: negli ultimi giorni, due quotidiani nazionali, La Repubblica ed il Giornale, sono tornati a parlare del cantautore laziale e della sua eredità artistica.

Da una parte si è prospettato un futuro apocalittico senza più canzoni di Lucio Battisti, il tutto a causa della sua assenza dai siti di streaming e download dove la sua musica, resa liquida, sarebbe potuta arrivare ai più giovani, a rischio di rimanere all’oscuro di quanto di buono fatto dal cantautore di Poggio Bustone nel passato prossimo. Dall’altra si è più spinto sul fronte di recupero filologico dell’opera del cantautore laziale, sottolineando quanto di buono (apparentemente) fatto in tal senso dagli eredi di De Andrè e Gaber con le rispettive Fondazioni.

Una posizione polemica nei confronti di chi “vuol difendere” Battisti la esprime Michele Monina in questo articolo sul Fatto Quotidiano.

Ma se da un lato si discute di come non conservare viva l’opera di Battisti, dall’altro Chiara Longo su Rockit.it prende spunto da un fatto di cronaca locale per esaminare la voce -che ciclicamente ritorna- sul presunto orientamento politico del cantautore.

 

Immagine di Francesco Guidi da Wikimedia Commons, CC BY 2.0


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