Marco Boscolo per IlBoLive analizza la situazione delle sale cinematografiche italiane.La pandemia ha avuto un effetto devastante sui cinema italiani, causando una riduzione significativa degli ingressi (quasi 30 milioni in meno rispetto al 2019) e un calo degli incassi di oltre il 29%, anche se la crisi dei cinema era cominciata prima, specialmente per le sale più piccole con costi di gestione elevati.
Per molte attività sociali e culturali i lockdown dovuti alla pandemia sono stati un colpo durissimo. In prima linea ci sono sicuramente i cinema, chiusi per mesi e poi costretti a limitare il numero degli accessi in sala. Ma hanno dovuto fare anche i conti con la paura di una parte del pubblico a rientrare in un luogo chiuso a stretto contatto con altre persone. Gli effetti sono ancora ben visibili negli ultimi dati pubblicati da Cinetel, la società che si occupa di monitorare il mercato cinematografico italiano per conto di esercenti e operatori del settore. Secondo gli ultimi dati disponibili, quelli relativi al 2024, rispetto al 2019 mancano all’appello ancora quasi 30 milioni di ingressi.
Secondo i dati di Cinetel, il totale degli schermi attivi nel 2024 è simile a quello registrato prima della pandemia e il numero di cinema è passato da 1205 nel 2018 a 1305 nel 2024, con dati che variano notevolmente da regione a regione.
Un bilancio con luci e ombre:
La fotografia del cinema italiano, sia in termini di sale che di produzioni, è insomma quella di un settore che non si è ancora ripreso dalla diminuzione del pubblico durante il periodo pandemico, anche se la crisi ha radici più profonde e di natura culturale. In Francia, le sale cinematografiche vengono chiamate “tiers-lieux”, “terzi luoghi”: spazi per la proiezione di film, ma anche luoghi di cultura e di formazione polifunzionali. In Italia esistono esempi di questo tipo, a cominciare dal Cinema Modernissimo di Bologna gestito dalla Cineteca cittadina, che è anche spazio espositivo, bistrot e molto altro. O come il Cinema Troisi di Roma, riaperto nel 2021 dopo una ristrutturazione e gestito dalla Fondazione Piccolo America. Nel suo primo anno di riapertura ha vinto il Biglietto d’Oro assegnato dall’Associazione Nazionale Esercenti Cinema (ANEC) alle sale con il maggior numero di ingressi e oggi è anche una sala studio aperta 365 giorni l’anno, 24 ore su 24.
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