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Scrivere la scienza

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Il Tascabile pubblica un’intervista di Paolo Pecere a David Quammen, l’autore di Spillover, libro che già nel 2012 trattava della possibilità che gli agenti patogeni potessero fare il salto di specie dagli animali all’uomo. La pandemia ha reso quasi profetico questo testo e  ha aumentato la popolarità del suo autore.

David Quammen è secondo Pecere da molto tempo uno dei migliori scrittori di scienza, che unisce il lavoro sul campo alla ricerca scientifica e narrativa, affrontando diversi temi di storia naturale e biologia.

Senza respiro (Adelphi, 2022, traduzione di Milena Zemira Ciccimarra) parte dalla pandemia, riprende la ricerca sui virus e sulla conoscenza genetica, sviluppandola in una vera e propria inchiesta sul coronavirus. È un libro rigoroso e imponente, basato su decine di interviste e analisi di articoli, ma è anche un racconto indiziario su come la ricerca ha lottato con il tempo durante gli ultimi anni. È anche l’occasione per una conversazione con Quammen, che incontro a Roma durante il suo tour di presentazioni.

Uno degli scienziati che Quammen ha intervistato per il suo libro mette l’immaginazione tra i mezzi utili per affrontare il virus e Pecere  pone a Quammen la domanda su quanto realmente sia importante l’immaginazione per la scienza.

Quello scienziato è Ali Kahn, ex del CDC, ora è il direttore della School of Public Health in Nebraska. Gli ho chiesto se questo fosse un fallimento della scienza o un fallimento della sanità pubblica, e lui mi ha detto no, è stato un fallimento dell’immaginazione. E quello che intendeva dire è che è stato un fallimento dei leader politici, che non hanno saputo immaginare quanto potesse essere grave la pandemia, che non hanno saputo immaginare una preparazione contro una pandemia annunciata, preparazione che per quanto costosa avrebbe invece fatto risparmiare poi molti soldi e vite umane. L’immaginazione in questo senso è importante perché il futuro non possiamo prevederlo, ma abbiamo delle ipotesi su come sarà il futuro e queste ipotesi ce le forniscono proprio le prove scientifiche che abbiamo, che ci permettono di immaginare cosa potrebbe accadere, a patto di starle ad ascoltare.

Quammen ha iniziato come scrittore di narrativa, prendendo come modello William Faulkner. Senza respiro sembra una storia di spionaggio e testimonia quanto l’autore tenga alla forma narrativa.

La forma letteraria è estremamente importante per quello cerco di fare. Scrivo di scienza su libri e riviste, e cerco sempre di creare – spero non suoni troppo pretenzioso – qualcosa di letterario e non solo divulgativo. Da una parte cerco di aiutare i lettori a comprendere le scoperte della scienza, le idee della scienza, i processi della scienza e anche i modi in cui funziona la scienza. Spiego, in una certa misura, ma cerco anche di raccontare storie. Come dicevo prima, quando scrivi di scienza, a mio avviso, devi scrivere anche delle persone che fanno la scienza, devi raccontare le loro storie. Ne scrivi come fossero personaggi, e le trame sono sempre intrise di suspense, meraviglia, sorpresa, a volte umorismo, altre volte tristezza.


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