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Sorveglianza e buone vacanze

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Quattro dirigenti (ex ed attuali) della società di tecnologie di sorveglianza francese Nexa Technologies (nota prima come Amesys) sono stati indagati in Francia per complicità in tortura.
Tra il 2007 e il 2014 la società in cui lavoravano avrebbe infatti venduto strumenti di sorveglianza a Libia ed Egitto, strumenti utilizzati dai regimi di Gheddafi e di al-Sisi per identificare dissidenti, giornalisti e attivisti, leggerne le email e i messaggi, e in alcuni casi catturarli, torturarli e ucciderli. Secondo le denunce, presentate dalla International Federation for Human Rights, e dalla French League for Human Rights, l’azienda non aveva il permesso del governo di vendere le sue tecnologie in Libia o in Egitto, scrive MIT Technology Review.

Ora la sezione sui crimini di guerra e contro l’umanità della Corte giudiziaria di Parigi valuterà se i quattro indagati debbano essere processati.
Decisive sembrano essere state anche le testimonianze di alcune vittime, arrestate e torturate, che avrebbero spiegato di essere state identificate attraverso le loro comunicazioni elettroniche, o come gli interrogatori si sarebbero basati sui contenuti di loro comunicazioni. In ogni caso questa decisione costituisce il riconoscimento da parte degli inquirenti francesi della possibilità di determinare il ruolo di aziende di sorveglianza nella complicità di violazioni di diritti umani, scrive l’International Federations for Human Rights, aggiungendo che l’incriminazione dei 4 dirigenti potrebbe precedere quella delle società come entità legali.

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