Un pezzo uscito sulle pagine di The Public Domain Review esamina le illustrazioni ricavate dai registri delle navi baleniere di Nantucket, mettendo in luce il ruolo artistico e documentativo di tali disegni durante il XIX secolo.
Nantucket inizialmente era la terra dei nativi, i Wampanoag.
I primi coloni europei arrivarono a Nantucket, un’isola isolata a circa trenta miglia da Cape Cod, nel Massachusetts, nel 1659. Costruirono case, luoghi di culto quaccheri e allevamenti di bestiame, colonizzando rapidamente e con la forza l’isola, che fino ad allora era abitata da 2500 nativi americani Wampanoag.
A causa del terreno poco fertile, la comunità si concentrò sulla caccia alle balene, diventando un importante centro per questa industria.
… troppo piccola e sterile per ospitare il numero di appezzamenti agricoli necessari per sostenere la popolazione in crescita. Così i colonizzatori guardarono al mare, secondo la leggenda nel 1690, quando salirono su una collina in pendenza che dominava la costa meridionale. Qui osservarono le balene infrangere la superficie dell’Atlantico e definirono l’oceano “un pascolo verde dove i nipoti dei nostri figli andranno a prendere il pane”.
Questa dichiarazione si rivelò profetica, poiché per circa duecento anni Nantucket dominò il mercato globale della caccia alle balene.
La caccia alle balene agli inizi rimaneva nei pressi delle coste, per poi spostarsi in alto mare, con spedizioni più lunghe e pericolose. La caccia era effettuata utilizzando arpioni e barche leggere. I registri ufficiali di queste imbarcazioni riportavano informazioni amministrative, mentre i diari, più creativi, illustravano scene di vita quotidiana, paesaggi e scene di caccia alle balene.
…i balenieri potevano trascorrere fino a quattro anni in mare e, di conseguenza, emersero due tipi di documenti scritti e illustrati. Il primo era il giornale di bordo, un conto ufficiale, spesso noioso, tenuto dai capitani e dai primi ufficiali, che conteneva le informazioni amministrative e finanziarie richieste dai proprietari di una nave. Il secondo tipo di registrazione era il giornale non ufficiale, che poteva essere tenuto da chiunque a bordo della nave. Infatti, sebbene la vita marittima fosse ardua e talvolta frenetica, un marinaio o un passeggero nel corso dei mesi in mare poteva trovare il tempo per la riflessione e la creatività e dedicarsi a una varietà di attività artistiche.
Le balene erano spesso ritratte in dettagliati disegni e gli equipaggi creavano anche oggetti artistici (scrimshaw) incidendo denti di balena oppure ossa. Le incisioni raffiguravano scene marinare e simboliche.
Una di queste attività era lo scrimshandering, l’arte di usare un coltello a serramanico o un ago per incidere disegni su ossa e avorio ottenuti da denti di balena e zanne di tricheco. Un’opera in scrimshaw poteva essere decorata con una varietà di soggetti tra cui scene di caccia alle balene e navi, ritratti di amanti ed emblemi massonici.
Ma diari di bordo erano spesso ricchi di illustrazioni:
… sia i diari di bordo che i diari erano spesso illustrati, pieni di immagini della vita quotidiana a bordo delle navi, di terre lontane e, più frequentemente, di balene. Centinaia di questi sono stati conservati e digitalizzati dalla Nantucket Historical Association. Gli ufficiali di bordo usavano i giornali di bordo per una serie di motivi pratici: tracciare diverse specie, avvistamenti e uccisioni. Alcuni registri, come quello della nave Indian Chief, tenuta da Thomas R. Bloomfield, contengono disegni accurati e intricati delle creature, accompagnati dalle coordinate del luogo in cui sono state avvistate.
L’eccessivo sfruttamento e la crescente domanda di petrolio portarono al declino della caccia alle balene, lasciando però questa eredità culturale conservata nei diari e nei registri.
Commenta qui sotto e segui le linee guida del sito.