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Una teoria femminista della violenza: intervista a Françoise Vergès

Una teoria femminista della violenza: intervista a Françoise Vergès

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La storica e politologa femminista Françoise Vergès discute in un’intervista il problema della violenza in una cornice femminista, in particolare le correnti del femminismo “punitivo e carcerario” che invocano la repressione dello stato, soprattutto contro gli uomini appartenenti a minoranze etniche e religiose.

Questo paradosso apparente che vede le donne, per un verso, denunciare la violenza subita e, per l’altro, fare appello alla violenza punitiva dello Stato, è in realtà il frutto di una profonda differenza di posizionamento e di analisi. Nel femminismo contemporaneo che si rifugia sotto l’ala protettrice dello Stato regna una confusione ideologica specifica, che deriva dall’iscrizione di questo femminismo nel solco di una storia europea elevata al rango di storia universale e dalla sua intima relazione con lo Stato borghese. [..] Questa complicità originaria spiega la fiducia di alcune correnti femministe nella giustizia dello Stato e nelle sue istituzioni repressive, minimizzandone il portato razzista, sessista e di classe.


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