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Verso la Moneda: Il successo della Destra in Cile [IT] [ES] [EN]

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Su suggerimento di @Luis.

Si sono tenute domenica le primarie per le elezioni presidenziali in Cile (qui trovate un riassunto della situazione). Sebastián Piñera è l’indiscusso vincitore della giornata elettorale di domenica in Cile: col 58% de voti è stato incoronato come il candidato presidenziale per la terza volta; lo spettro della bassa affluenza che avrebbe delegittimato la prevedibile vittoria dell’ex-presidente Piñera è stato del tutto scongiurato dai 1’400.000 elettori hanno votato per le primarie della coalizione del centrodestra, Chile Vamos, anche se il confronto con il risultato dell’eterna rivale, Michelle Bachelet, ottenuto 4 anni fa rimane comunque deludente: un elettore su due si mobilitò alle primarie del 2013 per votare Bachelet, che da sola raccolse circa 1’600.000 voti, più di tutti gli elettori dei tre candidati di centrodestra a questa tornata (ma sono anche cambiate le regole per le votazioni).

Il mancato plebiscito è da addossare a Manuel José Ossandón, candidato presentatosi come outsider, con qualche ammiccamento verso l’antipolitica, e molto critico nei confronti della presidenza Piñera, che ha raggiunto un inusuale 26% per una candidato senza l’appoggio di una parte dell’apparato del centrodestra. Il risultato di Ossandón può dare più di un grattacapo a Piñera: è indubbio che senza il suo exploit il successo del centrodestra non avrebbe raggiunto le stesse dimensioni, ma una candidatura del genere rischia di minare sensibilmente la tenuta della coalizione nel caso che Ossandón non sostenga l’ex-presidente come ha già fatto l’altro candidato sconfitto Felipe Kast.

Il Frente Amplio, di sinistra radicale, raggiunge invece 330.000 votanti quando la minima soglia per cominciare a parlare di buon risultato era stata fissata a 500.000. La candidata Beatriz Sánchez ha raggiunto il 67,5% dei voti contro il 32,5% dell’attivista Alberto Mayol.
Il trionfo interno però lascia l’amaro in bocca: stando ai sondaggi Sánchez è una delle candidature più competitive non solo per passare al secondo turno ma anche per battere Piñera, e questa volta ha perso la sfida, seppur indiretta, perché la differenza con i voti raccolti dall’ex-inquilino della Moneda è stata troppa, e forse potrebbe essere  incolmabile.

Immagine da Wikimedia Commons.


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