Giovanni Aloi, per il Sotheby’s Institute of Art, delinea una breve storia delle Camere delle Meraviglie, evidenziando il ruolo significativo di questi “Cabinets of Curiosities”.
Si trattava di collezioni di oggetti rari e preziosi che gli aristocratici utilizzavano per intrattenere gli ospiti e dimostrare la loro intelligenza, erudizione, ricchezza e gusto. Gli oggetti in mostra spesso volevano rappresentare avventure epiche, anche se talvolta erano pura invenzione.
Le «camere delle meraviglie» non erano organizzate secondo criteri scientifici, ma piuttosto riflettevano i gusti e l’identità dei loro proprietari. Nel tempo, queste collezioni si sono trasformate in istituzioni museali come il British Museum e l’Hermitage. Nel corso del XVIII secolo, con il progresso scientifico, queste raccolte hanno iniziato a rappresentare il mondo in maniera più sistematica e oggettiva.
Lo sviluppo della scienza ha portato alla creazione di musei che hanno ereditato lo spirito delle camere delle meraviglie, ma con un approccio più scientifico e sistematico.
Il Royal Collection Trust descrive invece come molte Wunderkammer abbiano avuto origine anche dai tesori reali e come siano diventate spazi per mostrare la ricchezza e le virtù dei principi.
Queste collezioni sviluppatasi nelle corti principesche del XVI secolo includevano oggetti naturali, fenomeni insoliti, manufatti, oggetti etnografici, scientifici e storici. La Wunderkammer rifletteva il potere e la conoscenza del principe, mostrando la sua capacità di dominare il mondo naturale e i suoi legami commerciali. Un esempio significativo è Caroline di Ansbach, consorte di Giorgio II, che possedeva una vasta collezione di oggetti curiosi e preziosi. Nel XVIII secolo, i principi come Giorgio IV continuarono questa tradizione, accumulando oggetti di grande valore artistico e storico.
Wunderkammer is literally translated from German as a ‘room of wonder’. In English it is usually referred to as a ‘Cabinet of Curiosities’. Many Wunderkammer originated in royal treasuries, where the crown jewels and items of regalia were housed with other items of value for safekeeping. However, the idea of a Wunderkammer was fully born in the sixteenth century as the princely courts of Europe became less peripatetic and as humanist philosophy spread. It was no longer enough simply to show off one’s wealth; every object should also enhance the virtues of the prince. In Inscriptiones vel tituli theatre amplissimi (1565), Samuel Quiccheberg detailed the ideal formula for the Wunderkammer as including naturalia (items created by the earth and items drawn from nature), mirabilia (unusual natural phenomena), artificialia (items wrought by man), ethnographica (items from the wider world), scientifica (items that brought a great understanding of the universe) and artefacta (items relating to history). Together these works would bring the wider world into the court and provide an understanding of the entire universe. It was an empirical and humanistic view of collecting that showed a prince’s extensive powers over the natural world, as well as his trade links and ancestral credentials as ruler. As Francis Bacon (1561–1626) wrote of the Wunderkammer in the late sixteenth century: !Thus your Excellency shall have added depth of knowledge to the fineness of your spirits and greatness of your power.!
Anche il magazine Barnebys.it in un articolo di Brenda Vaiani spiega i segreti delle Wunderkammer, i luoghi delle meraviglie, raccolte di oggetti straordinari nati a partire dal XVI secolo. Questi oggetti potevano essere naturali, artistici, tecnologici o legati all’occulto. Le Wunderkammer erano organizzate in modo da stupire i visitatori, con oggetti disposti in modo da creare un effetto di meraviglia e curiosità.
Per Wunderkammer, traducibile dal tedesco in “Camera delle meraviglie”, si intende il fenomeno europeo che, a partire dal XVI secolo portò alla creazione di uno spazio – all’interno di castelli e dimore aristocratiche – vocato alla raccolta e alla conservazione di oggetti estremamente singolari. Poteva trattarsi di ritrovamenti di reperti antichi ma anche naturali, provenienti da terre curiose e lontane: l’uomo, a quei tempi, si poneva l’obiettivo di circondarsi di tutto ciò che reputava simbolico e che poteva avere un ruolo nella formazione di una raccolta simbolo sia della straordinarietà del mondo ma anche della sua capacità di comprenderla e quindi di possederla. Sono essenzialmente quattro le categorie di oggetti fondamentali che articolavano le collezioni: gli oggetti legati al mondo naturale; quelli frutto della creatività dell’uomo; quelli che oggi definiremmo tecnologici e, infine, quelli legati alla sfera dell’occulto, al mondo dell’altrove. Da questa mescolanza ha origine una forma di collezionismo del tutto nuova rispetto a quella medievale delle reliquie, cui comunque la Wunderkammer si ispira concettualmente, e si dà il via a una nuova tradizione culturale. L’uomo del ‘500 ha un culto: la meraviglia, e possedere ciò che ammira è sinonimo di una dominazione quasi magica del mondo.
Brenda Vaiani racconta come il Collezionismo e lo spirito del Museo Moderno traggano origine dalla Wunderkammer: il Sir John Soane’s Museum di Londra ad esempio, una delle prime collezioni aperte al pubblico, segna il passaggio da un’epoca a un nuovo post-illuminismo. Originariamente questo piccolo museo era nel XIX la residenza di Sir John Soane, un rinomato architetto neoclassico appassionato di collezionismo artistico.
A guidare il progetto dell’edificio – sviluppato su tre piani – era l’obiettivo che, al pari delle Wunderkammer, gli ambienti celebrassero la vita di Soane e parallelamente ospitassero una galleria con i pezzi della collezione e un archivio dei suoi disegni, circa 30.000. Significativo è l’ambiente in cui è esposto il busto in marmo dello stesso Sir John Soane: posizionato fra due piccole statue ritraenti Raffaello e Michelangelo, fa intendere che egli considerava sé stesso un erede della grande tradizione artistica rinascimentale. La mescolanza di antichità, mobili, sculture, modelli architettonici, disegni e dipinti – tra cui opere di Hogarth, Turner e Canaletto – doveva avere lo stesso effetto, sul visitatore, di uno spettacolo.
Nel 1883, Soane dona la collezione allo Stato, a condizione che dopo la sua morte divenisse un Museo.
L’Italia ha una ricca tradizione di Wunderkammer, o camere delle meraviglie, che risalgono al Rinascimento. La collezione di Ferrante Imperato è una delle prime e più celebri Wunderkammer italiane, illustrata nel suo libro «Dell’Historia Naturale» del 1599.
Nel Cinquecento, con la rinascita degli studi naturalistici, inizia anche il collezionismo dei naturalia, oggetti più o meno rari e curiosi tratti dai tre mondi della natura (minerali, animali, piante). Le prime collezioni private, note come “Teatri della natura”, furono create da scienziati, medici e farmacisti. Nate a scopo di studio, furono comunque segnate dal gusto del meraviglioso, dell’esotico e dello stravagante. Quale aspetto potessero avere lo vediamo dall’illustrazione che apre l’Historia naturale di Ferrante Imperato, creatore di un celebrato museo presso la sua abitazione napoletana (che si trovava in piazza santa Chiara, nei pressi di palazzo Gravina, e non nello stesso palazzo, come si dice in molti siti).
La collezione di Ulisse Aldrovandi è invece una vasta raccolta di oggetti naturali che oggi è conservata nel Museo di Palazzo Poggi a Bologna. Ne avevamo parlato anche su hookii.
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