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Come i libri hanno sconfitto il Kindle

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A cura di @Nedcuttle21(Ulm)

Su Rivista Studio, le riflessioni di Clara Mazzoleni sul suo rapporto coi supporti di lettura digitale e i libri di carta, in un momento in cui il mercato di questi ultimi è in fase di ripresa:

Lavorare in una galleria d’arte, invece, consisteva nel passare 8 ore al giorno davanti alla superficie piatta di un iMac gigantesco. Il mio sguardo rimbalzava da quello schermo abbagliante ai piccoli, stupidi avvenimenti che si manifestavano sullo schermo del mio cellulare, e molto spesso, la sera, approdava di nuovo su uno schermo, quello del mio MacBook Air, per assorbire le immagini in movimento di film e serie tv. Nei rari casi in cui avevo l’energia mentale per leggere, l’ultima cosa che avrei fatto era mettermi davanti a un altro schermo. E allora la carta era come una doccia bollente per i miei occhi: un vero sollievo, rilassante e riposante. Era come scendere da una giostra che girava troppo veloce e sentire l’asfalto fermo e stabile sotto i piedi. Per questo l’arte e i libri non possono morire: il nostro sguardo ha sempre più bisogno di riposo, di una dimensione altra in cui rifugiarsi per evadere dalla piatta luminosità di queste superfici. La carta e lo spazio reale rimarranno i luoghi che chi ha intenzione di mantenere o migliorare la propria salute mentale inevitabilmente finirà per raggiungere.

Immagine da Flickr.


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