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E tra Giuda e la Maddalena nacque l’economia europea

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Luigino Bruni su Avvenire analizza come errate idee «teologiche» frutto delle culture arcaiche e greco-romana potrebbero aver portato alla svalutazione di lavoro e mercato.

Non è immediato associare la figura di Giuda all’etica economica europea, ma dobbiamo farlo se vogliamo capirla. Giuda Iscariota è il traditore, è il “cassiere” della comunità dei dodici, ma è anche un “pessimo mercante” per la infima somma, trenta denari, che chiese in cambio del suo tradimento. Somma infame e infima se confrontata con altre celebri somme di denaro della Bibbia (per la tomba di Sarah, per il campo di Geremia in Anatot). Nel Medioevo Giuda l’economo, Giuda il traditore e Giuda il pessimo mercante si intrecciarono, dando vita alle popolari leggende di Giuda. Nella “Navigazione di San Brentano” (secolo X) Giuda, novello Edipo, dopo che suo padre sognò che suo figlio lo avrebbe ucciso, viene abbandonato a Gerusalemme dove entra nella corte di Erode: lì diventa ladro, quindi uccide il padre e sposa la madre, per finire nella comunità degli apostoli.

Immagine da Wikimedia Commons

 


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